L’acquisto dei lampioni da parte del Comune è stato un affare?

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo

“Pochi giorni e sarà “M’illumino di meno”, la festa del risparmio energetico lanciata da Radio2 e raccolta in questi anni (anche) dal Comune di Lecco. Razionalizzazione, efficienza, eliminazione degli sprechi. Nell’illuminazione pubblica – che ogni anno in Italia pesa sui bilanci comunali per oltre 1 miliardo di euro – e non solo. Un’ottima occasione per i nostri amministratori locali per render conto del proprio operato, specie in tema di illuminazione pubblica. Settore dove il Comune di Lecco è proprietario – da pochi mesi – di tutti e 6650 punti luce, avendo acquistato (in via “bonaria” e non riscattando come prescritto dalle Linee guida operative in materia dell’Anci) il restante 70% fino ad allora di proprietà Enel Sole. In attesa di un serio piano regolatore dell’illuminazione comunale (spegnimenti programmati, riduttori di flusso, installazione di orologi astronomici, tecnologie efficienti), vorremmo accendere un faro sulle risorse investite. Salvo equivoci, ci risulta che l’Amministrazione, su mandato della Giunta dell’ottobre 2012, abbia rilevato gli impianti Enel Sole per la modica cifra di 274mila euro circa. 53 euro a lampione. Uno dice “che affare”, specie se l’offerta iniziale di Enel Sole era – per lo stesso parco impianti! – di 854mila euro. Quel che non torna, e che stride con le celebrazioni di “M’illumino di meno”, è che nell’atto di compravendita tra il Comune e la società non sono menzionati i valori di determinazione del “costo” d’ogni singolo palo, non sono stati giustificati ed argomentati (pezze giustificative, contabilità, ecc.) e non c’è alcuna perizia tecnica circa la condizione dei pali. E, vista la società coinvolta, un’attenzione del genere avrebbe fatto comodo, dato che l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, in una recente deliberazione che dichiara “illegittima” la partecipazione di Enel Sole al bando Consip (cui Lecco ha aderito nel luglio 2012, rivolgendosi proprio ad Enel che aveva vinto, appunto illegittimamente, quella gara!), ne ha fatto cenno in questi termini: “Non va sottaciuto che nella maggior parte dei casi i punti luce di proprietà Enel sono obsoleti e fuori norma, talora, a parere dei Comuni, anche per carenze manutentive determinate da parte di Enel nel corso degli anni”. Capito bene? “Obsoleti e fuori norma”. Ci chiediamo: è il caso dei pali che Lecco ha profumatamente pagato 53 euro cada uno? Se no, in base a quale perizia tecnica. Tenendo presente che -come sottolinea l’Autorità- “la spedita di pubblico denaro impedisce di stabilire valori forfettari e obbliga ad acquisire elementi di conoscenza specifici per verificare la congruità dei costi”. E ancora: come ha intenzione di muoversi il Comune di Lecco dopo la pronuncia di sostanziale esclusione di Enel Sole dal bando Consip? E ancora: quanto spende all’anno il Comune di Lecco alla voce di bilancio “illuminazione pubblica” e quali strategie intende mettere in atto per risparmiare risorse?, in vista peraltro dell’arrivo della tassa sui rifiuti e sui servizi (Tares) che, grazie al governo Monti, vedrà aumentare non poco il carico fiscale delle famiglie residenti a Lecco. In attesa di risposte dall’assessore Campione”.

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