Prende forma il progetto di Oscar Ongania e Fabio Bartesaghi
Il 3 marzo nuova serata a Mandello per continuare la raccolta fondi. Proiettato il video documentario ‘Il trekking del Pador Peak’
MANDELLO/NEPAL – Un sogno che sta iniziando a concretizzarsi quello di Oscar Ongania e Fabio Bartesaghi, un’idea che nasce lontano ma ha radici ben piantate nel territorio che li ha visti crescere, Mandello, in particolare la frazione di Mandello basso. Prende proprio il nome di questa località il rifugio ‘Mandell bass’ in Nepal, precisamente nella Rubi Valley. Una struttura che pian piano comincia a prendere forma, con lo scopo di dare lavoro alla popolazione locale e ospitalità ai turisti.
“Il progetto è ufficialmente partito – raccontano Oscar e Fabio – il taglio della legna è cominciato e si stanno realizzando le fondamenta dell’edificio. Dopo la primavera inizierà il lavoro vero e proprio. Nel giro di un anno e mezzo contiamo di terminare la struttura, vista la grande partecipazione dei mandellesi alle nostre serate di raccolta fondi”. Per finanziare il rifugio ‘Mandell bass’, Oscar e Fabio hanno organizzato svariate iniziative a Mandello, a partire da una mostra, con scatti realizzati dallo stesso Ongania, nella sala polifunzionale del Lido la scorsa estate. Poi le serate al Teatro San Lorenzo, con una terza in programma questo venerdì 3 marzo, durante la quale sarà proiettato il video documentario ‘Il trekking del Pador Peak’, che racconta il viaggio in Nepal compiuto dai due mandellesi nel 2022.
“Durante la prima serata abbiamo mostrato diapositive sul nostro viaggio – proseguono i due amici – poi la scelta di proiettare un video documentario. Dopodiché porteremo avanti altre iniziative, ancora da definire, per continuare la raccolta”. Grazie agli eventi organizzati finora, la mostra e le due serate, Oscar e Fabio sono riusciti a raccogliere 8 mila euro, tutti investiti nel rifugio ‘Mandell bass’, promotore di un preciso scopo benefico: portare il turismo in Nepal e dare lavoro ai locali.
“Non abbiamo avviato questo progetto per guadagnare dei soldi – rimarcano Fabio e Oscar – ma per dare nuove possibilità di sviluppo a un paese in cui ancora esiste il baratto, per lasciare un segno. Nella struttura saranno presenti 6 camere da letto, una accessibile solo a chi arriverà da Mandello, che non dovrà pagare nulla per soggiornarvi. A gestire il rifugio uno sherpa che conosciamo: daremo a lui e ai figli la possibilità di lavorare. Perché abbiamo scelto di chiamare il rifugio ‘Mandell bass’? Durante il viaggio in Nepal, nelle notti in tenda quando non riuscivamo a dormire, parlavamo sempre dei mandellesi e di Mandello basso. E poi è un nome che richiama le nostre radici: entrambi siamo di lì, la nostra storia proviene da lì”.
Mandello. Rifugio ‘Mandell bass’ in Nepal, continua la raccolta fondi