Magni: “Del buon uso dello strumento elettorale: dall’usato facile al voto disgiunto”

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Sandro Magni
Sandro Magni
Sandro Magni

LECCO – “Ci siamo. Siamo arrivati all’usato facile. Spaccature all’interno del centro destra che sostiene Negrini. C’è chi in nome del ballottaggio dice: è meglio Bodega.

Come diceva il vecchio adagio italiota: franza o spagna purchè se magna. Sostituite a Franza Brivio e a Spagna Bodega , o viceversa, ed eccoci arrivati in modo del tutto pluripartisan? all’usato facile. L’errore più clamoroso. Per Lecco. Il discorso sui contenuti relativo ai due figuri lo lascio ai singoli elettori. Non merita perdere tempo. Mi limito a valutazioni di metodo.

Non andare al ballottaggio e rifar vincere Brivio al primo turno sarebbe sicuramente aprire la strada a un regime locale. “Giovani turchi” per tutte le stagioni sono già pronti ad addentare quello che Brivio lascerà fra 5 anni, quando si sistemerà altrove. Il trasformismo è l’ultimo a morire. E il peggio deve ancora venire. Il regime di cui parlo è una forma di “renzismo” a livello locale. Che necessita per farsi regime nazionale di territorializzarsi.
Quindi andare al ballottaggio, ma per far vincere chi?

Penso, con il titolo di un vecchio libro, che si debba restituire lo “scettro al principe”, e cioè ai cittadini. Nelle condizioni date. Che non sono quelle che più mi piacciono.

Da questo punto di vista Bodega o Negrini, sono equivalenti, soprattutto se ci si schiera per appartenenze. Ma tutto ci dice che le appartenze sono in crisi.

Io stesso ho meditato a lungo di non votare. Tanti saranno quelli che non andranno a votare.

E tuttavia……. Anche se è soprattutto a loro che mi rivolgo. E tuttavia, dicevo. Scontato Brivio, da una parte, Bodega o Negrini sono insufficienti per vincere. Perché almeno il Movimento 5 Stelle non voterà, credo, nessuno dei due. Ma non sarebbe il solo.

E allora ritorno alla mia proposta sul voto disgiunto. Al primo turno. Almeno per chi non è legato da un cordone ombelicale alle appartenenze. Bisogna votare un candidato Sindaco, veramente alternativo a Brivio, che sia votabile da tutti, dalla Lega a Cambia Lecco, a chi non andrebbe a votare. Ai dissidenti del PD, se ci sono.

Il candidato Sindaco c’è: è il candidato del M5S. L’argomento di merito comune è la proposta, ragionevole e realistica, di abbassamento delle tasse (tariffe) su tre servizi fondamentali: il trasporto pubblico, i rifiuti e il loro smaltimento, l’acqua. Sulla qualcosa ci può benissimo essere convergenza. Ed avere una posizione molto diversa su altri punti.

Bodega è invece la falsa alternativa. Il Nuovo Centro Destra è in sé esiguo. Se al ballottaggio andasse Bodega , Brivio vincerebbe, a man bassa e ne farebbe il suo zerbino, come è successo, appunto per il vecchio PDL ora Nuovo Centro Destra, che, con il voto disgiunto, e con la gran parte della componente CL già l’aveva votato cinque anni fa. Non facendogli mancare grossi “inciuci” nel corso di questi anni.

Un ultimo argomento, se vince Brivio al primo turno, vince il PD. Non i cittadini. Un gruppo abituato ad alzare la mano per trasformarsi in regime. (nb. Quasi tutti –fatto salvo il problema di rottamazione per pervenuti limiti di età o cattiva senescenza – quelli che nel Pd si sono comportati in modo indipendente, guarda caso, non sono in lista). Se al ballottaggio per vincere ci va il candidato del M5S, non è solo quest’ultimo a vincere, ma un po’ anche i cittadini. Al di là delle eventuali appartenenze. Chè, veramente, in questo caso, avrebbero più voti in capitolo. Non ci sarebbe un solo partito o movimento a fare da dominus, né alcuni suoi presunti padroni.

Certo quel partito-movimento avrebbe assicurata la maggioranza numerica in Consiglio, ma il Sindaco, non sarebbe legittimato dal Partito- Movimento, insufficiente da solo al ballottaggio, ma da uno schieramento più ampio di cittadini.

Ovviamente con il voto disgiunto, bisognerebbe premiare quei candidati che nelle singole liste sono più indipendenti, anche laddove il possibile eletto fosse unico e scontato. Ovvero votare coloro che meglio possono far propria, con la loro autonomia e indipendenza, la voce dei cittadini e restituire, nelle condizioni vigenti, “ lo scettro al principe”. Cioè ai cittadini. A me e a te. A noi!

Non riconfermiamo un triste passato, anche prossimo, guardiamo al futuro, nell’interesse della città di Lecco. Delle generazioni future. E’ questa la sostenibilità minima richiesta.

Alessandro Magni