Sandro Magni: “Quando i cimiteri non sono per tutti…”

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Uno scorcio del cimitero di Castello

 

LECCO – All’ombra dei cipressi…… Suona caricaturale l’incipit del grande poema foscoliano, quando pensiamo ai nostri cimiteri. Dove certo non ci aspettiamo ombra e luoghi di pause  e di meditazioni.

Uno dirà che ormai non è più la stagione. Che sono frequentati solo in questi giorni. Sappiamo che non è così. Che per molti è una pratica quasi quotidiana. Per l’intero anno. Sto pensando in primo luogo alle persone anziane che con più probabilità hanno al cimitero propri cari e congiunti.

Non è per niente impossibile che abbiano difficoltà di deambulazione, ma il cimitero offre poche opportunità di movimento. Solo qualche rarissimo ascensore. Ma per i lunghi viali, niente. Tra freddo eccessivo d’inverno e caldo bruciante nell’estate afosa. Strascicando i piedi. Sempre che ogni tanto uno ce la faccia e se la senta. E non rimanga controvoglia a casa a spendere il suo ricordo.

Sandro Magni
Sandro Magni

Non sarebbe inutile che anche i nostri cimiteri, al monumentale in primo luogo, ci fossero vialetti, resi facilmente percorribili da lastre di materiale scorrevole, magari utilizzando  la disponibilità di semplici carrozzine, nel caso anche elettriche, per favorire l’autonomia di deambulazione. E non trovare invece solo un fastidioso ghiaietto. Che per molti diventa un ostacolo in più per le loro difficoltà di movimento.

Nei cimiteri ci sono però anche altri ostacoli, per così dire culturali.

Spesso ci capita di non ricordare dove sia posizionata la tomba di un amico, di un conoscente e talvolta anche di parenti con i quali non abbiamo avuto legami strettissimi. Legami che si recidono del tutto. Sarebbe importante che ciascun cimitero venisse dotato di un “totem” con “gli indirizzi” dei morti. Per poterli/ci ritrovare.

Basta ricordare il nome e “cliccarlo”  per vedersi comparire la mappa del luogo e come arrivarci.

“Totem” che potrebbe raccogliere anche le “storie” degli stessi defunti. Un breve “rinvio” bibliografico, preparato dagli stessi parenti e familiari. E in taluni casi eventuali riferimenti artistico monumentali. Il cimitero potrebbe in questo modo diventare se non  fonte di storia, luogo di memoria, non solo individuale, ma sociale e culturale. Un deposito di tradizione che ci ricorda quello che siamo stati. In un passato anche recente.

Piccoli accorgimenti. Basterebbe poco……per andare oltre la sciatteria e il “si è sempre fatto così”.

Alessandro Magni