si torna a parlare di registro comunale dei testamenti biologici a Lecco. A chi, come noi, la Cellula Coscioni di Lecco e Renzo e Lucio, ha raccolto nel 2011 quasi 1.200 firme su una proposta di delibera per la sua istituzione, non può che far piacere.
Saremo ben felici quindi di contribuire alla discussione pubblica e trasparente con la nostra proposta (perché non ripresentare quella sottoscritta dai cittadini qualche tempo fa?). A una condizione, ricordare le parole chiare di Beppino Englaro, proferite anche ieri sera al lancio dell’iniziativa: la libertà di scelta e l’autodeterminazione hanno un “valore assoluto”, che non si può negoziare o diluire in compromessi (come purtroppo è accaduto nel 2011 per colpa di un ceto politico senza pudore).
Non si commettano gli errori marchiani di quattro anni fa, dunque, quando qualcuno si fece irretire da improvvisati giuristi dell’ultima ora secondo cui “il testamento biologico senza una legge nazionale non ha valore”. Il registro ha senso e valore, già adesso, proprio grazie alla battaglia di dignità e giustizia di Englaro. E la nostra città dovrebbe essere avamposto di legalità e diritti, non fanalino.
A guardar certi nomi si fatica ad essere ottimisti. Il dirigente del Comune di Lecco che oppose all’epoca della grande raccolta di firme un (ridicolo) parere negativo si chiamava Flavio Polano, oggi presidente della Provincia. Il sindaco era lo stesso e chi, come Giulio Boscagli, rappresentante di CL, cognato di Formigoni, si è speso a suo favore nell’ultimo ballottaggio era lo stesso che anni addietro partecipava a indegni picchetti fuori dalla clinica dove si trovava Eluana. Una parte di quel ceto politico è rimasta ma nonostante tutto ce la si può fare”.
Qui Lecco Libera