LECCO – “Come volevasi dimostrare, basta leggere le dichiarazioni di qualche anno fa dell’allora portavoce di Appello per Lecco Corrado Valsecchi che esprimeva le preoccupazioni dell’associazione per rendersi conto che era già tutto scritto !
Si affermava “arriverà il giorno che il gioco d’azzardo comincerà a diminuire, che ci saranno in giro meno slot, ma dove i malati di ludopatia aumenteranno a dismisura”.
E oggi questa situazione viene certificata da tutti: Stato, Regioni, ASL , etc….
Tutto era già scritto, bastava guardare in faccia la realtà e cercare, in tempo utile, di cambiarla quando si era ancora in tempo.
Adesso il tempo è già scaduto da un pezzo, si decrementano i punti di sale scommesse autorizzate, diminuiscono, seppur lentamente, le slot che stazionano nei bar, ma aumentano in maniera significativa gli ammalati di ludopatia con il loro costo sociale a carico della collettività .
Complimenti ad uno Stato miope e irresponsabile su questo fronte che per un magro bottino dovrà adesso sborsare risorse, in prospettiva, ben più onerose per curare gli ammalati e fare pubblicità per dissuadere i cittadini dal giocare d’azzardo.
Bastava poco: un piccola riforma che consentiva il gioco d’azzardo, ma non lo facesse diventare uno stile di vita quasi per una comunità nazionale.
Nonostante il settore sia in lieve crisi rappresenta pur sempre la terza industria del paese con una presenza occupazionale risibile.
Dicevamo provocatoriamente che “l’Italia è una Repubblica fondata sul gioco d’azzardo”, nonostante i reiterati tentativi di Comuni, Province e Regioni di contenere il fenomeno, adesso vogliamo dire che queste nuove vittime della ludopatia devono pesare sulle coscienze dei governanti centrali e dei loro meschini calcoli politici.
A Roma ci siamo andati più di una volta a spiegare come sarebbe finita.
Ora abbiamo la certificazione che la storia è andata come era stata scritta”.
Appello per Lecco