LECCO – “Dal vocabolario G.Devoto “ Pleonasmo : espressione relativa alla presenza di una o più parole grammaticamente o concettualmente non necessarie “ . Dalla Grande Enciclopedia Zanichelli : “ Pleonastico : di pleonasmo …. superfluo”
Apprendiamo quindi dal comunicato ufficiale del PD lecchese e dalla sua esponente nonché assessore Mazzoleni che è pleonastico escludere tassativamente ed a qualsiasi titolo l’ ingresso di interessi privati nella gestione del Sistema Idrico integrato nella nostra Provincia.
Così si sono espressi nei confronti di emendamenti proposti in consiglio comunale a Lecco volti a fugare qualsivoglia ombra di dubbio sulla materia.
Espressi a Lecco “capofila” ma riecheggiati in altri ambiti consiliari e mediatici a mo’ di “mantra”, quasi aggrappandosi agli stessi termini da “scuderia”.
Quindi sarebbe pleonastico secondo lor signori blindare coerentemente, dopo la tanto sbandierata volontà del PD e del Gruppo di Potere che ruota attorno a LRH di voler escludere ogni forma di “ingerenza privata e/o commerciale” , tale roboante affermazione.
Sarebbe pleonastico ad esempio ricordare nella “conduzione” del sistema idrico sin qui attuata (solo per elencare alcuni dei tanti oggettivi esempi e fatti concreti registrati finora ) :
– L’incomprensibile raddoppio societario, ed annesse diseconomie, costituito dalla nascita, strenuamente voluta in un non molto lontano passato, di Idroservice rispetto alla già preesistente Idrolario.
– Lo sperpero costituito da molteplici consulenze e pareri sulle alchimie societarie via via perseguite
– I contratti capestro atti a far divenire Idrolario una vera e propria “bad company”
– Acquisizioni “commerciali” di altre società, quasi all’insaputa dei sindaci cosiddetti “controllori”
Il tutto sempre ovviamente scaricandone i costi sulla collettività attraverso, guardacaso, l’aumento del 181 % delle tariffe in pochi anni (da secondi per economicità, a fanalino di coda in Lombardia).
Come pure sarebbe pleonastico evidenziare sempre in tema di “apertura” ad interessi privati il passaggio del “Piano Programma”, redatto da LRH a fine marzo ma reso stranamente fruibile solo recentissimamente, che recita rispetto al fabbisogno finanziario dettato dal piano investimenti “ …successivamente al 2020 possono indurre un ricalcolo con accesso di contribuzione al fabbisogno al mercato di capitali in alternativa al mercato bancario”. Come pure evidenziare sempre nel suddetto documento la previsione con l’idrico di utili, ante imposte ed al netto degli investimenti, tra i 3,5 e i 5,5 dal 2016 al 2033. In 20 anni si pagherebbero così 26 milioni di tasse.
Sempre sicuramente pleonastico sarebbe altresì evidenziare, nelle modifiche statutarie di LRH che si stanno introducendo, l’abbassamento del quorum necessario alle modifiche sostanziali dello statuto dal 80 % attuali, al 66% proposto. E’ naturalmente più che mai pleonastico dire che la coerenza sbandierata imporrebbe semmai il contrario e cioè il quorum al 100%.
Bizantinismi, congetture, supposizioni : così sarebbero sicuramente definiti questi oggettivi elementi dagli “illuminati sbandieratori” dell’acqua pubblica e fuori dal mercato.
E che dire allora delle osservazioni critiche della Corte dei Conti, come delle molteplici giravolte del percorso sin qui pervicacemente perseguito anche a suon di “appigli” con emendamenti alla normativa nazionale, poi peraltro grottescamente abbandonati ; al non rispetto di delibere provinciali e della Conferenza dei Comuni nei percorsi di acquisizione dei requisiti per procedere ad affidamenti diretti “in house” (clamorosa, solo per fare un esempio, la nota dell’advisor appositamente pagato per seguirne l’iter, che aveva ammesso sconsolatamente che nulla era stato fatto per la fuoriuscita di Idroservice da LRH come esplicitamente deliberato).
Da notare poi , sempre pleonasticamente, l’ennesimo rovesciamento attuale che non vede più Idroservice candidato alla gestione dell’idrico ma la stessa LRH.
Sarebbe ancor più pleonastico evidenziare che la pervicace volontà di non considerare soluzioni alternative ( proposta di Merate) più celeri, meno costose, più rispettose delle norme, ci mette comunque a rischio di impugnazione con relativo più che probabile ricorso alla gara, così tanto a parole aborrita.
Rischio per nulla scalfito dall’attuale ed ulteriore tentativo di apportare le ultime “presunte manovre correttive” ricorrendo ad ennesime alchimie societario/normative, tant’è che diversi comuni hanno chiesto un supplemento di verifiche.
Come sarebbe pleonastico pure ricordare il non aver neppure seriamente approfondito l’opzione “maestra” più coerente con l’esito referendario del 2011 e cioè la costituzione di un ‘Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico” che di fatto farebbe tabula rasa di ogni aperura ai privati ed alle logiche di mercato.
Potremmo pleonasticamente continuare con le mai sopite quanto fondate tendenze non solo locali a confluire in megamultiutility sempre più lontane dal controllo locale e popolare, magari ex municipalizzate, votate al profitto ma spesso invece foriere di perdite cospicue a carico della collettività, sempre ovviamente ripianabili con lievitazioni tariffarie.
Oppure con l’evidente volontà di gestire volutamente “in sordina” ( se non ci fosse stato il nostro Comitato e qualche media particolarmente sensibile ) le fasi decisionali, comprese evidenti forzature procedurali, arrivando persino a negare l’indispensabilità, vista la materia primaria per enti locali, di passaggi valutativi perlomeno nei consigli comunali.
Come del resto sarebbe pleonastico stigmatizzare anche presunti monopoli battaglieri auto evocati da segretari di forze politiche diciamo non sempre e non dovunque coerenti con il rispetto dell’esito referendario.
E si potrebbe continuare con molti altri fatti inoppugnabili .
Ma veramente alcuni “conduttori” pensano di “condir via” l’opinione pubblica, fortunatamente sempre più attenta, e sempre più amministratori critici o perlomeno dubbiosi, con questi giri di parole ?
Se non fosse tragicamente importante questa lotta per l’effettivo e pieno rispetto della volontà popolare,
più che pleonastico sarebbe altro il termine più consono a descrivere tutto ciò e cioè ridicolo.
Se lo ricordino i nostri rappresentanti locali : dichiarare in tutte le sedi di essere esclusivamente per il “Pubblico” non basta, occorre lavorare tutti perché sia un Pubblico , almeno nella gestione dei Beni Comuni Primari come l’Acqua, coerente con la propria funzione sociale, effettivamente fuori dalle logiche di mercato e improntato a criteri di efficienza, efficacia ed economicità.
Ai cittadini ed agli amministratori accorti non risulterebbe per niente pleonastico ricevere un ombrello nel posto in cui classicamente lo collocano le vignette di Altan”.
Germano Bosisio