Formigoni contestato alla Ticozzi: fischi e urla al suo arrivo

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LECCO – Non si può certo definire una “fredda accoglienza” quella riservata al governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, dai suoi concittadini: se dentro la sala Don Ticozzi era già pronto il caldo abbraccio dei sostenitori, fuori dall’edificio gli animi si sono accesi non poco al suo arrivo.

Ad attenderlo c’erano infatti l’associazione Qui Lecco Libera, il Movimento Cinque Stelle di Lecco e Rifondazione Comunista, con uno striscione recante la scritta “Povera patria schiacciata dagli abusi di potere, di gente infame che non sa cos’è il pudore”, citazione della nota canzone di Franco Battiato. Nei pochi metri che separavano la sua auto blu dall’entrata della sala, Formigoni è stato scortato da un cordone di sostenitori e dalla polizia, mentre dalla folla si levavano cori ingiuriosi.

“Con 14 persone tra assessori, consiglieri e operatori cellino-formigoniani indagati, siamo di fronte ad un totale fallimento e il popolo lombardo si merita gente eticamente più corretta al governo del territorio. Elezioni subito” ha invocato il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Giancarlo Bandinelli.

“Siamo qui per manifestare la nostra contrarietà ad una forma di politica che va avanti oramai da quattro legislature – ha spiegato Valentino Riva, coordinatore del Movimento Cinque Stelle – quando una legge nazionale dice che quest’uomo dovrebbe essere stato candidato al massimo per due legislature; lui ha invece raggiunto la terza consecutiva e la quarta in assoluto. I fatti recenti poi, dimostrano ancora di più che la mafia al Nord ci regna e ci vive. Quando si sente dire che un politico compra voti dall’ndrangheta, voti finiti poi nella lista di qualcuno, è una cosa talmente imbarazzante che qui dovrebbe esserci tutta Lecco a farsi sentire”.

Momenti di tensione si sono verificati nei minuti successivi all’arrivo di Formigoni, quando gli agenti hanno impedito ai contestatori di avventarsi nell’auditorio, in attimi di parapiglia generale tra forze dell’ordine e manifestanti sfociati in qualche spintone. A calmare le acque ci ha tentato Antonio Pasquini , vice coordinatore provinciale del Pdl, che ha cercato il dialogo con quanti affollavano l’ingresso.

“Qualunque persona di buon senso al di la delle appartenenze di partito dovrebbe riconoscere che quest’uomo e il sistema di potere che rappresenta, oltre che soffocato la Lombardia per vent’anni, hanno raggiunto il punto di non ritorno – ha commentato Duccio Facchini di Qui Lecco Libera – Non è solo una questione penale, è il sistema di potere messo in atto che non poteva che avere questa traduzione. Quando lottizzi la sanità, quando nomini i direttori generali in base all’appartenenza politica e alla devozione, non puoi che avere questi risultati. Formigoni lo fa da vent’anni. Dall’altra parte l’opposizione non è stata in grado di opporgli un’alternativa credibile”.