LECCO – Pronta la risposta del Sottosegretario agli interni, Giovanni Ferrara, all’interrogazione parlamentare presentata da Lucia Codurelli e Antonio Rusconi, in merito al possibile arrivo di Paolo Maddaloni a Lecco, in sostituzione del Prefetto Marco Valentini. Dal contenuto delle dichiarazioni del Sottosegretario, risulta evidente l’intenzione di confermare l’avvicendamento e quindi l’arrivo a Lecco del prefetto Maddaloni. Di seguito l’intervento integrale:
“Signor Presidente, onorevoli deputati, con l’interpellanza in esame l’onorevole Codurelli, unitamente ad altri deputati, chiede al Governo chiarimenti sugli episodi, nei quali risulta coinvolto il prefetto Paolino Maddaloni, chiamato a ricoprire la carica di prefetto di Lecco, ed una valutazione sull’opportunità di procedere ad un immediato avvicendamento nella carica.
In proposito, devo subito fare una precisazione. Gli episodi, i quali vengono riproposti in maniera circostanziata ed analitica dagli interpellanti, attengono, in un caso, a vicende per le quali non risulta avviato alcun procedimento penale; in un altro caso, si tratta di fatti che formano oggetto di accertamenti da parte della magistratura penale.
Per quanto riguarda il primo episodio, relativo alla telefonata intercorsa tra il prefetto Maddaloni e il sindaco di Casapesenna, l’amministrazione dell’interno ne è venuta a conoscenza solo a seguito di notizie giornalistiche e, comunque, tre anni dopo che il dottor Maddaloni, nominato prefetto nel 2006, aveva lasciato la provincia di Caserta. Sul contenuto di tale telefonata, come già ho accennato, non è in corso alcun procedimento penale.
Il secondo episodio riguarda la questione degli appalti. A tale riguardo, faccio presente che vi è stata una richiesta di rinvio a giudizio del prefetto Maddaloni per i reati di turbata libertà degli incanti e abuso di ufficio. In relazione a questa richiesta di rinvio a giudizio, il prefetto Maddaloni ha chiesto ed ottenuto, rinunziando all’udienza preliminare, il rito immediato, la cui udienza è fissata per il 5 giugno prossimo, per accelerare la definizione del procedimento. Relativamente a tale ultimo fatto, riteniamo doveroso astenerci da qualsiasi valutazione di merito per il rispetto che, ovviamente, si deve agli accertamenti della magistratura giudicante per evitare interferenze e doppi giudizi.
Ovviamente, i fatti hanno formato oggetto di attenta e approfondita riflessione da parte del Ministero dell’interno per la delicatezza che rivestono, in quanto toccano un funzionario Pag. 20dello Stato chiamato a ricoprire incarichi istituzionali delicati sul territorio. Tuttavia – e qui lo devo ribadire, nonostante il riferimento dell’interpellante -, non è inutile il richiamo al rispetto del principio costituzionale di presunzione generale di non colpevolezza fino alla condanna, anche perché abbiamo un imminente giudizio di merito. Questa considerazione, dunque, ha indotto l’amministrazione dell’interno ad osservare, come sempre, una linea di garantismo, che non vuole assolutamente significare una sottovalutazione dei fatti oggetto di accertamento una volta che essi, però, dovessero trovare riscontro.
In relazione all’indagine sugli appalti, gli onorevoli interpellanti chiedono di conoscere, con un’altra domanda, se l’amministrazione abbia avviato un procedimento ispettivo interno. In proposito, preciso che il Ministero dell’interno non ha ravvisato l’esigenza di dare corso a procedimenti di natura ispettiva a causa dell’indagine penale in corso sugli stessi fatti, che consiglia di astenersi da iniziative amministrative che potrebbero essere in sovrapposizione, attesa anche la pregiudizialità degli accertamenti penali su quelli amministrativi.
Va poi osservato che i reati contestati al prefetto Maddaloni – come ho detto, turbata libertà degli incanti e abuso d’ufficio – non sono compresi tra quelli per i quali l’articolo 3 della legge n. 97 del 2001 impone il trasferimento o la cessazione dalla funzione, a seguito, però, di rinvio a giudizio. Nonostante la legge non imponga per questi reati questa misura cautelare, il Ministero dell’interno ha ritenuto, comunque, opportuno allontanarlo dal contesto in cui operava, prima con una messa a disposizione e poi, non appena se ne è offerta l’occasione, di destinarlo ad altra sede, in occasione di un movimento di prefetti. Ciò consentirà, tra l’altro, anche al prefetto di svolgere con serenità questo incarico.
Voglio, comunque, ribadire, in conclusione, il noto impegno che l’Amministrazione continua a porre sui temi della trasparenza e della legalità. Per questi motivi, impegno qui l’amministrazione ad affermare che seguirà con la dovuta attenzione la vicenda, in relazione all’evoluzione degli accertamenti penali.”