La maggioranza scricchiola sulle scuole paritarie

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LECCO – Non c’è mai da stare tranquilli a Palazzo Bovara, dove la maggioranza che sostiene il Sindaco Virginio Brivio a volte dà l’impressione di non essere proprio solidissima. Ieri infatti, durante la votazione per il rinnovo della convezione per le scuole materne non statali il fuoco ostruzionistico proveniente dai consiglieri – formalmente di maggioranza – Alessandro Magni (Sel) ed Ezio Venturini (Idv) ha reso davvero difficile l’approvazione di un provvedimento, presentato dalla maggioranza e che vedeva l’appoggio della minoranza Lega – Pdl – S.G.C., praticamente di routine. La convenzione con le materne paritarie, che a Lecco esiste dal 1948, è di fatto l’unico modo con cui il comune riesce a garantire una copertura accettabile del servizio.

L’ostruzionismo, che è incominciato fin dalle riunioni di commissione, è sbarcato in aula consigliare sotto forma di nove emendamenti modificativi alla convenzione che hanno costretto il consiglio a più di tre ore di discussione. Emendamenti che, se approvati, avrebbero obbligato il comune a ridiscutere la convenzione con l’associazione delle scuole paritarie, e quindi ritardato l’approvazione ad anno scolastico già incominciato.

Già il fatto che una parte della maggioranza faccia ostruzionismo a un proprio provvedimento non è un segnale, per così dire, positivo, ma è stata preoccupante anche la fatica con cui il PD cittadino abbia bocciato gli emendamenti. Più di una volta infatti le proposte presentate dal duo Magni – Venturini hanno raccolto il voto favorevole di altri consiglieri di maggioranza, come Viviana Parisi, che è anche la presidente della commissione istruzione, e Jacopo Ghislanzoni, e una folta schiera di astensioni, come quella di Irene Riva, Luigi Marchio e Stefano Angelibusi.

Un comportamento che ha mandato su tutte le furie il segretario cittadino del PD Robero Pietrobelli, presente tra il pubblico, e Salvatore Rizzolino, l’unico consigliere Pd che ha tentato di lanciare messaggi distensivi nei confronti di Magni e Venturini, spiegando prima che: “La continuità della convenzione in atto è una cosa che s’era stabilito fin dalla campagna elettorale.”, ricordando come all’approvazione della convenzione precedente, nel 2009, “Ci fu il voto favorevole dei partiti che oggi compongo il PD”, e poi più convintamente “alcuni emedamenti dei consiglieri Magni e Venturini sarebbero anche condivisibili nel merito, ma non sono votabili per una questione sia di responsabilità della maggioranza, che di opportunità politica.”