In Piazza XX Settembre l’appello del Coordinamento referendario lecchese
“Invece di colmare le diseguaglianze, la legge le aumenta”
LECCO – “Insieme per un’Italia unita, solidale, indivisibile”. Questo l’appello corale lanciato dal Coordinamento referendario lecchese contro l’Autonomia Differenziata che questa mattina si è ritrovato in Piazza XX Settembre per lanciare la raccolta firme a sostegno del referendum abrogativo sulla legge 86/2024. La campagna è infatti partita anche a Lecco, il temine ultimo per presentare le firme (che dovranno essere almeno 500 mila in tutta Italia) è il 30 settembre.
In Piazza c’erano gli esponenti del Coordinamento, un’articolazione territoriale del Comitato promotore nazionale di cui fanno parte sindacati, partiti e associazioni. Erano presenti Diego Riva (Cgil), Guerino Donegà (Forum Salute Mentale), Raffaella Cerrato (Udi), Emanuele Manzoni (Alleanza Verdi e Sinistra), Manuel Tropenscovino (Partito Democratico), Christian Perego (Movimento 5 Stelle), Diletta Negri (Legambiente), Raffaela Lamberti (Rifondazione Comunista), Enrico Avagnina (Anpi), Psi, Emergency e Arci.
“Questa legge – ha ricordato il Segretario Generale della Cgil Lecco Diego Riva – permette alle Regioni di richiedere allo Stato il trasferimento di un ampio ventaglio di competenze su materie fondamentali tra cui la sanità, l’istruzione, le infrastrutture, i trasporti, le politiche ambientali ed energetiche, il commercio con l’estero. Il provvedimento stabilisce inoltre che il passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni possa essere attuato solo dopo la definizione a livello nazionale dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) da garantire a tutti i cittadini, senza però che da ciò derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Noi riteniamo necessario mobilitarsi per cancellare questa legge iniqua e contraria ai principi costituzionali”.
“Dal momento che ogni Regione potrà rivendicare maggiore autonomia decisionale in una o più materie, l’Italia diventerebbe una sorta di “Paese arlecchino” dove, a seconda del territorio, ci sono regole diverse e diversi sono i diritti dei cittadini – ha continuato Riva – Per evitare questo rischio non è certo sufficiente stabilire LEP uguali per tutti, perchè già oggi esistono grandi differenze di spesa pubblica tra Nord e Sud ed è quindi evidente che, senza la possibilità di incrementare gli investimenti economici nelle regioni più svantaggiate, non ci sarà nessuna possibilità di colmare le diseguaglianze sociali e territoriali, che tenderanno invece ad aumentare”.
Non si tratta però solo di un problema del Mezzogiorno, come ricordato: “L’Autonomia Differenziata spacca l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese nel suo complesso all’irrilevanza politica ed economica e pregiudicando così le prospettive anche del sistema produttivo del centro-nord – ha ricordato Riva – lo stesso discorso vale per il Sistema Sanitario Nazionale, dal momento che le Regioni saranno ancora più libere di accelerare il processo di privatizzazione in atto e così il diritto alla salute per i cittadini – quelli lombardi sono particolarmente coinvolti – sarà sempre più riservato a chi potrà permetterselo”.
Emanuele Manzoni (Alleanza Verdi e Sinistra) ha ribadito il principio di solidarietà che tiene insieme l’Italia e l’importanza di preservarlo: “Questa autonomia differenziata non dividerà ulteriormente Nord e Sud ma, nei nostri territori, anche centro e periferia, disgregandone il tessuto sociale – ha dichiarato – non pensiamo che questa battaglia per abrogare una legge assurda sia lontana, ci riguarda direttamente, per questo motivo invitiamo tutti i cittadini a firmare”. Il presidente di Anpi Lecco Avagnina ha auspicato che “le firme servano sin da subito per costruire un futuro sociale diverso” mentre il Segretario del PD Tropenscovino ha osservato come le direttive del Governo italiano siano in netta controtendenza con la direzione globale: “Vogliamo un’Europa più forte ma indeboliamo il nostro paese”.
Il Coordinamento, tramite gli interventi dei suoi rappresentanti, ha ribadito: “Siamo di fronte a un progetto che contrasta nettamente i principi valoriali della Costituzione, in particolare quelli contenuti nell’articolo 2 (adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale), nell’articolo 3 (uguaglianza dei cittadini) e nell’articolo 5 (la Repubblica una e indivisibile). Non può esistere un Paese in cui i servizi, soprattutto quelli fondamentali rivolti alle fasce più deboli, siano legati al luogo di residenza. L’Italia deve essere unita, libera e giusta, perciò diciamo no alla sua frammentazione politica, sociale ed economica”.
È possibile sottoscrivere la petizione sia in modalità cartacea, nei banchetti pubblici e nei luoghi di lavoro, sia a breve anche in modalità online tramite Spid, accedendo al sito www.referendumautonomiadifferenziata.com