Treni. Guasti e ritardi, l’ex Ministro Castelli: “L’unica soluzione è un potenziamento delle infrastrutture”

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(foto archivio)

L’intervento dell’ex Vice Ministro alle Infrastrutture

“Aggiungere treni non fa altro che congestionare ulteriormente l’intera infrastruttura”

LECCO – Sabato si è verificata l’ennesima giornata critica per il trasporto ferroviario in Lombardia con ritardi che hanno toccato anche le tre ore a causa di un guasto alla linea elettrica tra Milano Centrale e Milano Lambrate che ha avuto ripercussioni non solo sulla circolazione regionale ma anche a lunga tratta. Sulla vicenda è intervenuto Roberto Castelli, ex Ministro e viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Segretario Federale del Partito Popolare del Nord.

È fondamentale fare alcune distinzioni importanti. Innanzitutto, un incidente tecnico può accadere, e in questo caso il guasto non può essere attribuito direttamente al ministro o ai dirigenti delle ferrovie. Un guasto può verificarsi in modo imprevedibile, e non è qualcosa che si può sempre evitare. Tuttavia, il vero problema non sta tanto nell’incidente in sé, quanto nel contesto in cui si manifesta”.

“Questi guasti si inseriscono infatti in un contesto di ritardi cronici che ormai interessano ogni tipo di treno, non solo quelli ad alta velocità, ma anche quelli locali – dichiara Castelli – In particolare, Trenord si trova in una situazione disastrosa sotto questo punto di vista. Pertanto, pur riconoscendo che un guasto possa accadere, è evidente che il sistema ferroviario è gravemente compromesso da una gestione inadeguata dei flussi di traffico“.

Il Segretario Federale del Partito Popolare del Nord sottolinea: “Nel caso specifico, però, esistono responsabilità sia politiche che dirigenziali. Il ministro Salvini ha cercato di giustificarsi affermando di star facendo molto per le ferrovie, aumentando il numero di treni in circolazione. Ma il vero problema è proprio questo, chiunque abbia esperienza nel settore dei trasporti sa che ogni rete, sia stradale, ferroviaria o aeroportuale, ha una capacità massima oltre la quale il sistema si paralizza. Aggiungere treni non fa altro che congestionare ulteriormente l’intera infrastruttura”.

“Anche un piccolo intoppo, come quello di sabato 11 gennaio, può scatenare ritardi a catena che si ripercuotono su tutti i treni successivi – continua Castelli – È lo stesso principio che si è visto negli anni Novanta all’aeroporto di Linate, dove le partenze degli aerei erano spesso in ritardo, nonostante gli orari programmati, a causa della saturazione dell’infrastruttura. E oggi, questo è esattamente ciò che sta accadendo sulla rete ferroviaria”.

Roberto Castelli analizza il successo del trasporto ferroviario, ma ne evidenzia anche i limiti: “Il trasporto ferroviario, in particolare l’alta velocità, ha registrato un grande successo, ma questa crescita ha portato alla saturazione del sistema. Continuando ad aumentare il numero dei treni, il sistema è giunto al collasso. Ora è fondamentale che i dirigenti delle ferrovie e il ministro determinino qual è il numero massimo di treni che la rete può supportare, altrimenti rischiamo di incorrere in un disservizio totale, come stiamo purtroppo osservando in questi giorni”.

Come si può risolvere il problema? L’unica soluzione è un potenziamento delle infrastrutture, con la costruzione di nuove linee ferroviarie, come è stato fatto per l’alta velocità. Tuttavia, sembra quasi una contraddizione: bisognerebbe anche ridurre il numero di treni in circolazione per evitare la saturazione delle linee. Un esempio emblematico è la linea ad alta velocità Roma-Milano, ormai completamente congestionata, che continua a generare ritardi e, nonostante il tracciato veloce, porta i tempi di percorrenza a ben quattro ore. È indispensabile intervenire in modo deciso per prevenire ulteriori disagi ai passeggeri e il collasso totale del sistema ferroviario” conclude l’ex Ministro.