Il Comune di Lecco conferirà la cittadinanza onoraria a Liliana Segre
Tutti favorevoli, pur con qualche osservazione, i consiglieri comunali
LECCO – Unanimità e un applauso ad accogliere il significativo momento in Consiglio Comunale: l’amministrazione di Lecco, così’ come altre città italiane, ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, testimone vivente della Shoah.
Una decisione resa ancora più significativa perché arrivata nel Giorno della Memoria, a conclusione di una giornata di celebrazioni, con la consegna in mattinata di 34 medaglie d’onore per altrettanti lecchesi deportati nei campi di sterminio durante l’occupazione nazista.
La proposta avanzata in municipio vede primi firmatari Alberto Anghileri (Con la Sinistra Cambia Lecco) e Agnese Massaro (Partito Democratico).
“E’ accaduto e quindi può accadere di nuovo, ci dice Primo Levi e quando accade ancora oggi che sulla porta di una persona scomparsa venga scritto ‘ebreo’, mi preoccupo. Dobbiamo dire tutti assieme che quanto successo non deve più succedere – ha sottolineato nel suo intervento Anghileri – Tolleranza e ascolto sono i messaggi che Liliana Segre ci consegna. Quello che più mi ha colpito di questa donna è la sua compostezza, nonostante quello che ha vissuto da giovanissima e quanto ancora oggi è stata costretta a subire”.
Una cittadinanza onoraria “che non nasce da una spinta emotiva per gli ultimi accadimenti – ha chiarito Massaro – non si vogliono cavalcare strumentalizzazioni, abbiamo atteso del tempo, c’è stato un lavoro comune, un confronto che ci fa dire che, sì, Liliana Segre incarna quei valori fondanti di tutela e rispetto della vita umana contro ogni possibile discriminazione. Valori che appartengono alla nostra città”.
Prima di Lecco, nella nostra provincia, lo scorso novembre era stato il Comune di Olginate ad attribuire la cittadinanza onoraria alla senatrice Segre. Risale invece al 2015 l’ultima cittadinanza onoraria conferita dal Comune di Lecco, un titolo di cui era stato insignito lo scrittore Luis Sepulveda, in città per ricevere il Premio Manzoni alla Carriera.
Le opposizioni dicono ‘sì’, con qualche ‘ma’
“Inizialmente non mi trovavo d’accordo, oggi c’è anche la mia – ha spiegato il consigliere Alberto Negrini – le motivazioni di quella contrarietà ora non trovano riscontro nel testo del documento. Volevo che si evitassero strumentazioni da parte di un partito o che questa attribuzione fosse strumento di contrapposizione politica. Legittimo è premiare chi ha dato voce, con la propria, a vicende drammatiche vissute anche da nostri concittadini”
Una di queste testimonianze è stata raccolta e raccontata in aula da Andrea Frigerio di Italia Viva, portata in aula nello scritto risalente al 1948 di un lecchese, reduce di campi di concentramento e originario di Bonacina, scomparso alla fine degli anni Settanta.
Cinzia Bettega della Lega avrebbe voluto un riferimento chiaro, nel documento, di condanna all’antisemitismo, “una parola precisa che nel testo non si trova”.
“Avevo forti perplessità – ha riferito Filippo Boscagli, Noi con l’Italia – non in merito al riconoscimento dei meriti di Liliana Segre, quanto sullo strumento della cittadinanza onoraria per riconoscerglieli”.