LECCO – La protesta attorno al servizio mensa delle scuole elementari di Acquate varca le porte del Municipio: dopo la lettera scritta dall’assemblea “mensa” dei genitori della primaria “C. Battisti”, nella quale veniva definita come inadeguata la qualità del cibo dato ai bimbi a fronte di un prezzo “inaccettabile” (vedi articolo) e la replica dell’assessore all’istruzione Francesca Bonacina (vedi articolo) che ha spiegato come a suo parere non sussistano motivazioni tali da spingere il Comune recidere il contratto con la ditta fornitrice del servizio, scenderanno in campo i consiglieri comunali.
“Non possiamo permettere che ai nostri figli vengano serviti dei pasti indecenti, la situazione è precipitata” ha spiegato il consigliere della Lega Nord, Giovanni Colombo che si è detto pronto a dare battaglia, insieme ad altri colleghi della minoranza e non solo, addirittura con un’azione clamorosa come lo sciopero della fame, che dovrebbe venire annunciato proprio questa sera in Consiglio Comunale.
“Lunedì sera partirà un percorso insieme ad altri consiglieri per cercare di risolvere questo problema; non si tratta di una questione politica ma di quello che viene dato da mangiare ai nostri figli” ha sottolineato Colombo.
Lo sciopero della fame dei consiglieri comunali arriva dopo lo “sciopero dei ticket” già attuato dai genitori degli iscritti all’istituto “C. Battisti” nel febbraio scorso, con pranzi al sacco fuori da scuola per astenersi dal consumo del buono mensa. Insomma, che si opti per il cibo nella “schiscetta” o che non si mangi proprio, la protesta sul servizio mensa prosegue sul piano “alimentare”, quasi a voler restituire (concedetecelo) “pan per focaccia”.