Cambia Merate: “Più mascherine ai cittadini. E test sierologici anche agli operatori del Mandic e delle Rsa”

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Coronavirus, l’analisi del gruppo di minoranza meratese e le richieste all’amministrazione comunale e ad Ats

“A marzo 53 morti, quattro volte in più rispetto agli anni precedenti”

 

MERATE –  Aumentare il numero di mascherine a disposizione dei cittadini. E chiedere all’Ats di sottoporre ai test sierologici, oltre alle  persone in quarantena, tutti gli operatori dell’ospedale Mandic e delle Rsa. La richiesta porta la firma del gruppo di minoranza Cambia Merate che ha effettuato una corposa analisi sui dati della mortalità a Merate nel mese di marzo. “Alla luce di questi dati chiediamo maggior interventi da parte dell’amministrazione comunale e dell’Ats Brianza” sottolineano i consiglieri Aldo Castelli, Gino Del Boca, Patrizia Riva, Alessandro Pozzi e Roberto Perego, volgendo lo sguardo avanti alla cosiddetta Fase 2.

“E’ necessario garantire una maggiore sicurezza e scongiurare il rischio di pericolose recrudescenze del virus. Le 12 mila mascherine distribuite in queste settimane dall’Amministrazione comunale non sono una risposta sufficiente, soprattutto in vista della cosiddetta “Fase 2”. Senza guardare al Veneto, ma guardando comuni vicini, con popolazione più ridotta, possiamo notare, in proporzione, sforzi ben maggiori. Chiediamo al Sindaco di Merate di incrementare la diffusione di questi strumenti di protezione individuale che consentirà una graduale ripresa di alcune attività economiche e ridurrà le restrizioni individuali. Le mascherine devono infatti essere sostituite con frequenza perché siano efficacia e non tutti i meratesi hanno la disponibilità di procurarsele autonomamente”.

I consiglieri di Cambia Merate chiedono anche al sindaco di intervenire presso Ats per fare in modo che tutti gli operatori del Mandic e delle Rsa vengano sottoposti ai test sierologici, così da garantire una maggiore sicurezza e scongiurare il rischio di pericolose recrudescenze. Con la successiva estensione a tutti coloro ai quali si applicano e via via si applicheranno minori restrizioni alla libertà di circolazione, come i lavoratori “essenziali”.

Una considerazione, quella sui test da effettuare tramite un semplice prelievo di sangue e dei tamponi, da cui è scaturita la corposa analisi di Cambia Merate. “È ormai noto che il maggior numero di decessi di queste settimane avvenuti tanto nel Paese, quanto nel nostro territorio, non è classificato Covid-19 per il semplice fatto che sulle persone decedute non viene eseguito il tampone. A maggior ragione, i dati disponibili relativi alle persone contagiate non sono attendibili, posto che, analogamente, solo una minima parte di questi sono sottoposti a tampone. Infatti l’Istituto Superiore di Sanità accerta (su un campione di oltre 50mila soggetti) che solo il 20,3% dei soggetti ha sintomi critici o severi (e solo una parte di questi accede al tampone) mentre la quota rimanente del 79,7% non li manifesta. Quest’ultima quota è soggetta a lievi sintomi (36,5%), meno che lievi (17,1%), sintomi non specificati (15,7%) e nessun sintomo (10,4%). Ed è anche noto che la gestione sanitaria regionale della crisi emergenziale non è stata in grado di far fronte, sotto questo profilo, a tutte le necessità di richieste di tamponi, sia per ragioni esogene che endogene”.

 

Una situazione che riguarda anche la nostra città. “A Merate – come altrove – non si conoscono i numeri reali né dei contagiati né di coloro che sono morti per Covid-19; si conosce solo il numero ufficiale dei morti attribuiti a Covid-19, al 15 aprile erano 14, mentre le persone positive nella stessa data erano 88. Tuttavia conosciamo con certezza i dati consolidati dei morti del mese di marzo 2020 e degli anni precedenti, in particolare il 2018 e il 2019. Stiamo parlando di decessi dei soli residenti meratesi (avvenuti a Merate o altrove), escludendo quindi quelli di altri comuni morti all’ospedale Mandic o nelle RSA di Merate. E da questi dati omogenei muove la nostra riflessione. I residenti a Merate morti nel marzo 2018 furono 13, nel marzo 2019 erano 12. I deceduti nel marzo di quest’anno, invece, 53. Ovvero quattro volte quelli degli scorsi anni. Ci attendavamo per marzo 12 morti, perché questo dicono le statistiche demografiche che sono costanti; è di tutta evidenza l’immane scostamento di 40 deceduti in aumento”.

 

“Orbene, l’assenza di indagini sui tutti i deceduti non consentirebbe di attribuire lo scostamento alla grave malattia Covid-19 (causata dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2), ma gli epidemiologi affermano con ragionevole sicurezza che quest’anno non si sono verificati altri incrementi dei fattori di rischio se non quello del Sars-Cov-2. Anzi, a voler essere particolarmente rigorosi, i fattori di rischio si sono ridotti, in ragione di un clima invernale mite, nonché della riduzione di morti per traumatismi e incidenti stradali (ricordiamo che in Italia sono morti 3.334 persone nel 2018 e 3.378 nel 2017 ma il dato ufficiale del primo trimestre 2020 non è ancora disponibile). Pertanto si può prudenzialmente affermare che l’enorme differenza debba iscriversi tutta alle conseguenze del Sars-Cov-2. Considerato che il tasso di letalità è dell’1% (dato confermato dai cluster), se tutti i Meratesi fossero stati contagiati si sarebbero verificati 149 decessi (l’1% dei 14.891 residenti iscritti all’ultimo censimento) oltre a quelli che ci sarebbero stati in condizioni “normali” (12,5). In realtà una semplice proporzione ci segnala che, alla luce dei 40 morti in più attribuibili alle conseguenze del virus, i meratesi contagiati da Covid-19 possono ragionevolmente ammontare ad oltre il 27% a marzo”.

Per i consiglieri di minoranza sarà necessario analizzare in profondità anche i dati di aprile in modo da comprendere la reale portata del contagio a Merate. “Tutte queste persone sono morte in gran parte fuori dagli ospedali, in case di riposo o a casa, senza che sia stata verificata l’infezione da Sars-Cov-2. Solo guardano ai dati d’anagrafe e alla storicità delle morti, sarà possibile comprendere la portata del fenomeno, prima che ce lo confermino le analisi sierologiche sulla popolazione. Questi numeri portano con sé dolore e sofferenza per tanti uomini e donne strappate alla vita della nostra comunità e sono importanti per comprendere la reale diffusione del virus, anche per riflettere criticamente sugli errori commessi, sì da non ripeterli, e sulle scelte dell’immediato futuro”. Da ultimo i rappresentanti in Consiglio comunale di Cambia Merate aggiungono: “Ci sia concessa una annotazione sull’opuscolo dedicato all’emergenza, distribuito dall’Amministrazione. Il documento, cui è giusto riconoscere l’indubbia qualità, è giunto alle famiglie meratesi a distanza di sei settimane dall’inizio della crisi nel nostro territorio, rivelandosi quanto meno intempestivo. Ci saremo aspettati una maggiore velocità di risposta proprio a tutela delle fasce di popolazione meno inclini all’uso di strumenti informatici”.