Respinto il ricorso presentato dall’ex assessore al Bilancio Daniela Fiocchi
Il Tar ha riconosciuto la fondatezza del procedimento promosso dal Comune di Cernusco, ma Fiocchi non demorde: “Farò ricorso al Consiglio di Stato”
CERNUSCO – “Il ricorso è infondato e va pertanto respinto”. E’ la conclusione a cui è arrivato il Tribunale amministrativo regionale pronunciando la sentenza che sancisce ufficialmente l’uscita di scena della consigliera Daniela Fiocchi dal consiglio comunale di Cernusco.
La camera di consiglio del 6 dicembre
La sezione prima del Tar Lombardia si è infatti espressa dopo la camera di consiglio del 6 dicembre respingendo tutte le richieste avanzate dall’ex assessore al Bilancio della Giunta guidata dal sindaco Gennaro Toto. In particolar modo l’avvocato Fiocchi, assistita dal legale Francesco Spinato, aveva impugnato la delibera del consiglio comunale del 31 agosto 2023 con cui era stato pronunciata la sua decadenza contestando sia la modalità di voto (avvenuta a scrutinio segreto e con la sua partecipazione) che la validità, ritenendo che il certificato medico presentato a fine marzo fosse tale da coprire la prima delle tre assenze contestate dall’amministrazione comunale ( e tali da far scattare la decadenza da consigliere).
Respinte le ragioni dell’avvocato Fiocchi
Dopo aver rilevato una questione pregiudiziale nella scorsa udienza, prendendo tempo per analizzare l’effettiva competenza del Tar su una questione inerente un consigliere comunale eletto, il tribunale amministrativo ha però sgombrato il campo a qualsiasi dubbio ritenendo che in questo caso la materia non rientrasse nella sfera dell’elettorato passivo (su cui è competente il tribunale ordinario), entrando così nel merito della questione.
I giudici del Tar hanno, di fatto, riconosciuto la fondatezza di quanto sostenuto dall’amministrazione comunale di Cernusco, rappresentata in aula dagli avvocati Francesco Basile e Barbara Marchi ritenendo che la certificazione medica presentata dall’avvocato Fiocchi non fosse tale da giustificare l’assenza al consiglio comunale di fine aprile. Nella sentenza infatti si precisa che “nella certificazione medica del 30.3.2023, prodotta a sostegno della fondatezza della predetta censura, si dà atto che la ricorrente “necessita di riposo assoluto”, senza indicazione di una precisa prognosi e quindi senza specificare l’estensione del periodo del “riposo assoluto””. Non vi è, quindi, “certezza che il periodo di riposo, indicato nel certificato medico del 30.3.2023, si estenda fino all’intero mese di aprile 2023 in modo da poter giustificare la mancata partecipazione del consigliere comunale alla riunione del 28.4.2023, interrompendo così la soluzione di continuità dell’assenza da tre riunioni consecutive del Consiglio”.
Il certificato medico non idoneo a coprire l’assenza di fine aprile
Da qui la conclusione. “Il Consiglio comunale ha correttamente ritenuto che la portata del certificato medico è obiettivamente non idonea a giustificare l’assenza dalla riunione del 28.4.2023, per cui la ricorrente è stata considerata assente, senza giustificato motivo, dalla riunione consiliare del 28.4.2023, inverandosi così il presupposto dall’assenza da tre riunioni consecutive del Consiglio avvenute nelle date “del 28.4.2023, 16.6.2023, 30.6.2023”.
Non solo. Per il Tar non sono fondati neppure “il primo e il secondo motivo di ricorso, con cui si contesta il voto segreto sulla decadenza dalla carica di consigliere comunale”. E nulla ha inciso, sull’esito della votazione di decadenza, la presenza al voto della consigliere stessa.
Una sentenza netta con cui i giudici ( che hanno stabilito la compensazione delle spese di giudizio visto “la peculiarità dell’oggetto della controversia”) hanno sentenziato la validità della delibera di decadenza della consigliera Daniela Fiocchi, che non potrà quindi rientrare in consiglio.
L’annuncio del ricorso al Consiglio di Stato
Una doccia fredda per la presidente del Circolo di Osnago di Fratelli d’Italia che ha già annunciato di voler fare appello al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva del provvedimento: “Rispetto la sentenza, ma non la posso condividere e pertanto ho già dato mandato ai miei colleghi di predisporre l’appello. Ho intenzione di fare piena chiarezza su questa situazione anche alla luce della situazione penale. Ci sono ampi margini per ottenere un completo ribaltamento della posizione in quanto non sono stati valutati né la modalità di voto né il merito. Per queste ragioni andrò a Roma con richiesta di sospensiva” annuncia battagliera. E conclude: “Visto il lavoro che svolgo non escludo un totale ribaltamento della sentenza. Non è la prima volta che capita; anzi”.