L’interrogazione è stata discussa lunedì sera in Consiglio comunale
Il sindaco ha respinto le illazioni sottolineando come l’atto di subappalto sia esclusivamente di natura gestionale e tecnica
MERATE – “Non esiste conflitto rispetto ad alcuna norma di legge, protocolli o carte anche perché l’autorizzazione è un fatto gestionale”. Ha risposto così il sindaco Massimo Panzeri all’interrogazione presentata dal gruppo di minoranza Cambia Merate in merito al subappalto dei lavori del verde in viale Verdi. La discussione si è tenuta lunedì scorso in apertura di consiglio comunale.
Il capogruppo di opposizione Aldo Castelli ha dato lettura del testo dell’interrogazione in cui venivano chiesti lumi circa l’esistenza di un legame di affinità tra il sindaco e uno dei soci della ditta Ardeghi, a cui sono stati affidati, in subappalto, dei lavori di realizzazione del verde nel progetto di viale Verdi. Castelli ha aggiunto: “Le nostre sono domande semplici e mi rendo conto che il subappalto è un atto che appartiene a una società privata, ma penso che sia opportuno chiarire questa vicenda e la natura di questi rapporti per trasparenza sua e nostra”.
Non si è fatta attendere la risposta di Panzeri che ha ricordato come l’intero appalto per la riqualificazione di viale Verdi, dal valore di circa 2 milioni di euro, sia stato gestito dalla stazione unica appaltante della Provincia di Lecco che ha effettuato tutte le verifiche del caso. “Il Rup (responsabile unico procedimento) ha autorizzato i due subappalti richiesti. L’affido di questi contratti è un atto di natura tecnica e gestionale, in cui il sottoscritto non ha alcun ruolo decisionale. Quanto al rapporto di parentela, è vero: uno dei soci è un mio affine di secondo grado. Ma ribadisco la decisione non è politica”.
Panzeri ha anche ribadito che il Comune di Merate non ha aderito alla carta di Pisa: “Sottoscriverla è un atto facoltativo. Come ente abbiamo rispettato sempre tutte le norme con scrupolo, prevedendo, nelle gare gestite direttamente da noi (e non è questo il caso) il principio della rotazione e del sorteggio a garanzia della massima trasparenza. Pur non aderendo formalmente alla carta, il Comune è coerente a tutti i dettami previsti. Anche in questo caso l’incompatibilità scatterebbe quando si va a influenzare l’appalto, ma l’atto è stato di natura squisitamente tecnica”.
Il primo cittadino ha concluso la sua arringa respingendo la richiesta di chiarimenti al mittente: “Sono io ora a chiedervi cosa si intenda o sottintenda per interesse perché il mio interesse è che le opere vengano svolte al meglio così come sta avvenendo ora. Qualora ci sia un altro sottinteso, vi pregherei di dettagliarlo meglio altrimenti questo argomento non si ferma in quest’aula”.
Un contrattacco a cui Castelli ha risposto in maniera pacifica: “La nostra richiesta è nata dal sapere quali sono i rapporti in essere e se la Carta di Pisa fosse stata adottata. Nessun sottinteso quindi, ma solo la necessità di sapere bene le cose. Siamo soddisfatti della risposta e chiudiamo qua la vicenda perché non abbiamo ragione di ipotizzare altre cose”.