
LECCO – Più informazioni sugli arrivi di nuovi migranti nelle strutture della provincia, su quanti hanno ottenuto la protezione internazionale e quanti il diniego, quante le espulsioni e quante le risorse pubbliche il Comune impiega nell’abito dell’accoglienza: era quanto chiedeva il provvedimento annunciato e presentato lunedì sera dalla Lega Nord in consiglio comunale a Lecco.
La tematica è da sempre terreno di scontro politico e anche a Lecco si acceso nuovamente il dibattito tra la maggioranza di centrosinistra e il centrodestra, con il Movimento Cinque Stelle schierato anch’esso a favore del documento presentato dal Carroccio.

“Chiediamo al Comune quello che i cittadini chiedono tutti i giorni, una maggiore comunicazione – ha sottolineato il consigliere della Lega, Giovanni Colombo – quello che sta succedendo nella nostra città è qualcosa che prosegue, non da mesi, ma da anni. L’amministrazione è stata passiva nel subire situazioni create da altri, alcuni sindaci in Italia si sono imposti e si sono seduti al tavolo della Prefettura. Casi come quello del Bione qui non avrebbero dovuto esistere e la situazione attorno al Ferrhotel è insostenibile. Ci aspettiamo delle risposte per i cittadini e per i residenti, risposte che in questi mesi non avete saputo dare”.
Dai banchi del PD, la prima risposta è giunta da Clara Fusi che ha esortato a politiche di inclusione sociale, citando Papa Francesco e attaccando la Lega, accusata di “seminare paura e parlare alla pancia della gente”. “I problemi non si risolvono costruendo muri” ha commentato la consigliera democratica. Un concetto analogo è stato espresso Alberto Anghileri, della sinistra lecchese: “Non facciamo differenze tra chi emigra per la guerra e chi per la fame”

Il Carroccio ha insistito sulla questione: “Vogliamo avere contezza di ciò che sta accadendo – ha ribadito Stefano Parolari – negare l’informazione finché il caso non ci esplode davanti agli occhi non serve né ad integrare né a coprire queste paure” trovando d’accordo anche il consigliere di Forza Italia, Antonio Tallarita (“è lecito chiedere informazioni e non si fa del razzismo per questo”) così come l’ex sindaco Lorenzo Bodega:
“Quello che mi spaventa ora sono le parole dei politici del Pd. Sembra che si voglia a tutti i costi difendere le proprie posizioni, a costo di far passare gli stranieri per i padroni di casa e gli italiani per stranieri – ha detto l’ex borgomastro – perché non dovremmo conoscere la situazione reale? Episodi di violenza ci sono stati. Forse la conoscenza può attenuare la paura”.
“La contrapposizione è eccessiva, non si vuole dire che si rivolve tutto con un ‘volemose bene’ ma è innegabile che ci sia una strumentalizzazione su questo argomento– ha risposto dalla maggioranza Monica Coti Zelati – La situazione abbastanza fluida, non è così facile dare i dati precisi in ogni momento, alcune richieste riguardano dati sensibili”. Dati che, ha sottolineato sempre dal PD, Vittorio Gattari, non sarebbero nelle disponibilità del Comune e andrebbero chiesti alla Prefettura.

Anche i Cinque Stelle hanno inviato ad una maggiore chiarezza: “Se non usciamo dalla fase emergenziale, nella quale noi ci siamo fatti trovare pronti dando alloggi e quanto occorreva, e se non distinguiamo chi ha effettivamente diritto di restare da chi no, ci ritroveremo sempre allo scontro tra le tifoserie – ha commentato Massimo Riva – dobbiamo avere un progetto per chi resterà anche per non creare illusioni. E’ corretto fornire delle risposte e approfondire la tematica per capire come affrontarla”.
Nonostante la convergenza tra le opposizioni, il provvedimento non ha passato il vaglio dell’aula.

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