Durante l’assemblea dell’Ambito, il presidente Galbiati ha riferito di aver incontrato il collegio dei liquidatori
Chiesti tempi celeri e risposte certe ai liquidatori che intanto hanno sporto denuncia contro diverse persone per il buco di Retesalute
MERATE – “Abbiamo chiesto che i tempi non vengano dilatati e che vi siano risposte celeri sulla possibilità che i Comuni possano legittimamente impegnare le risorse accantonate in questo anno per risanare l’azienda”. Sono queste le richieste, avanzate da Filippo Galbiati, presidente dell’Ambito del Meratese nell’incontro avuto nei giorni scorsi, insieme alla vice presidente d’ambito Laura Pozzi, con il collegio dei liquidatori, che sta seguendo le sorti di Retesalute, l’azienda speciale partecipata da 27 soci portata in liquidazione a seguito di un buco di bilancio stimato in poco meno di 4 milioni di euro.
Dopo l’assemblea che a metà maggio ha sancito la messa in liquidazione, il destino dell’azienda con sede a Novate è in mano al collegio di liquidatori capitanato da Ciro D’Aries e formato da Alessandra Colombo, ex presidente del consiglio di amministrazione di Retesalute e da Paolo Emanuele Grimoldi. “Li abbiamo voluti incontrare per ribadire quanto condiviso sia in sede d’ambito che in assemblea di Retesalute” ha chiarito Galbiati ieri sera, giovedì, durante l’assemblea dell’ambito che si è tenuta in sala consiliare a Merate.
“Durante il faccia a faccia, a cui ha partecipato anche il direttore generale Enrico Bianchini, abbiamo ribadito l’auspicio che la liquidazione venga svolta con una certa rapidità vista la scadenza anche del piano di zona, prorogato al 31 dicembre 2021 causa Covid. C’è necessità quindi che i tempi non vengano dilatati e di sapere se i sindaci possono legittimamente impegnare le risorse accantonate in questo anno per ripianare le perdite riscontrate dall’azienda. Non solo, ma abbiamo chiesto al collegio una sorta di report mensile sull’attività svolta in modo da essere tempestivamente e puntualmente informati sullo status quo”.
L’idea, emersa anche a seguito del confronto, è quella di calendarizzare delle assemblee dei soci per aggiornare, di volta in volta, sulla situazione. La prima potrebbe già svolgersi il 24 giugno, una data che dovrà essere confermata dalla convocazione del presidente dell’assemblea dei soci Massimo Panzeri.
Galbiati ha concluso con un appello a tutti i Comuni soci di pagare le fatture nei tempi dovuti per evitare problemi di liquidità a Retesalute, già penalizzata dalla stretta sui crediti dovuta alla procedura di liquidazione in atto. “Non è il momento di effettuare operazioni di compensazione. Ora la priorità è garantire continuità all’azienda e quindi ai servizi da essa erogati”. Opinione condivisa anche dal collega meratese Panzeri: “Stiamo effettuando un percorso difficile. Va da sé che allo slogan “Salviamo Retesalute” devono anche seguire i fatti”.
La denuncia
Nel frattempo, il collegio dei liquidatori ha sporto denuncia nei giorni scorsi contro una serie di ex dipendenti, professionisti e amministratori comunali ritenuti responsabili del buco di bilancio da quasi quattro milioni di euro, emerso poco più di un anno fa dopo il cambio del consiglio di amministrazione.
Un provvedimento scaturito dopo aver preso visione della relazione, di una cinquantina di pagine, redatta dall’organo di vigilanza interno che ha ricostruito quanto avvenuto negli ultimi chiarendo compiti e responsabilità delle persone coinvolte.
Una denuncia, che riguarderebbe una dozzina di persone, che si aggiunge agli esposti alla Corte dei Conti e alla Procura presentati sia dall’ormai ex consiglio di amministrazione che da alcuni Comuni, a seguito dell’emergere delle discrepanze contabili a seguito della revisione dei bilanci passati. Perdite che sono state quantificate prima attraverso i controlli interni effettuati dalla responsabile del settore economico e poi ulteriormente certificati da una società di revisione esterna, la Bdo, che ne ha confermato l’ammontare intorno ai 4 milioni di euro.
Ormai mesi fa, le fiamme gialle avevano effettuato un blitz nella sede di Retesalute prelevando diverso materiale e documenti, a conferma di un interesse da parte degli investigatori su quanto avvenuto in passato all’interno dell’azienda speciale.