LECCO – È al centro della bufera, il consigliere comunale del Pdl Giacomo Zamperini il quale, a dirla tutta, non fa neanche troppo per restarci fuori. I riflettori sul giovane consigliere si accendono il 25 aprile. Nel giorno in cui si celebra la liberazione dell’Italia da parte delle truppe anglo americane, sulla bacheca Facebook di Zamperini compare una scritta: “25 Aprile Lutto nazionale, io non ho un c…o da festeggiare” con vari commenti a rimorchio.
La notizia passa dalla rete alla strade, tanto che in serata per la città inizia a circolare in città un volantino anonimo con tanto di foto del consigliere pidellino e la richiesta di togliere immediatamente la tanto contestata targa commemorativa. Il Pdl, per voce del suo coordinatore provinciale Mauro Piazza, sabato ha preso nettamente le distanze dal consigliere ex-An, dichiarando: «Il volantino è un atto da condannare, ma le posizioni prese da Zamperini non hanno niente a che vedere con i valori fondanti del Pdl – aggiungendo – sarebbe il caso che la smettesse di scrivere idiozie altrimenti dovrebbe riflettere seriamente il Pdl fa ancora per lui».
Ma probabilmente tutto ciò non è bastato a Zamperini: dopo la commemorazione di ieri sera davanti alla targa della discordia, al termine della celebrazione ufficiale il consigliere si è fermato, con alcune persone, per quello che ha definito «un istante di raccoglimento e preghiera e per salutare questi militi» durante la quale si è lasciato andare a un saluto romano alla targa degli ufficiali saloini. «Ho fatto loro il “presente”, come abitudine in quei tempi, pensando fosse un gesto a loro gradito – ha detto Zamperini – e non condivido quando viene tradotto in negazione della libertà e violenza, ma è solo un saluto affettuoso e sentito a coloro che non mi vergogno a chiamare “eroi”.»
«Mi scuso se questo gesto può avere scandalizzato qualcuno – continua Zamperini – ma è un gesto che non possono che vedere con gli occhi della storia perchè, purtroppo, ancora molto legato ad una dittatura conclusa ormai 70 anni fa. E comunque i problemi del nostro tempo sono altri».
Durissima la presa di posizione del Sindaco di Lecco Virginio Brivio: «Un conto sono le celebrazioni e il ricordo dei caduti, un’altro invece quello di trasformare questi momenti in apologia del fascismo, e se a compiere certi gesti è chi ricopre incarichi istituzionali la cosa è gravissima».