LECCO – Importante missione americana di Roberto Bellù , Direttore della struttura di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Manzoni: nei giorni scorsi , infatti , lo specialista di via dell’Eremo è stato ospite del Vermont Oxford Network, organismo di ricerca che ha sede a Burlington, negli USA, e che raggruppa oltre 1000 strutture di Terapia Intensiva Neonatale distribuite in tutto il mondo.
A questa istituzione di ricerca fa riferimento il Network Neonatale Italiano, nato con l’obbiettivo di migliorare la qualità della sicurezza delle cure destinate ai neonati prematuri e alle famiglie attraverso programmi coordinati di ricerca, formazione e progetti innovativi; al Network aderiscono circa 90 centri ospedalieri , su tutto il territorio nazionale, che ha la propria sede operativa presso la struttura lecchese diretta da Bellù.
Lo specialista del Manzoni ha illustrato il progetto italiano , sulla raccolta di dati clinici relativi ai neonati prematuri di peso inferiore ai 1500 grammi (4.500 all’anno, in tutto il Paese) in fase prenatale e perinatale. La ricerca e le sue modalità di realizzazione potrebbero essere estese anche in altre aree geografiche del mondo.
Inoltre, Bellù ha illustrato gli esiti della terapia neonatale a due anni di vita del bambino . Obiettivo? Monitorare a distanza la qualità dell’assistenza neonatale prestata.
Da circa 10 anni il Network Neonatale Italiano invia i propri risultati clinico-assistenziali inerenti i neonati di peso molto basso ad un data base specifico , quello del Vermont Oxford Network . “Questo consente ai medici – spiega Rinaldo Zanini , direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliera di Lecco – di valutare la propria capacità di assistere il neonato con problemi gravi e complessi comparando la propria attività con quanto avviene nel resto del mondo. Così possiamo evidenziare i punti in cui siamo meno bravi e migliorare la nostra esperienza assistenziale”.
I neonati molto prematuri, che raggiungono a mala pena i mille grammi, ospitati ogni anno in Terapia Intensiva Neonatale a Lecco, sono una sessantina e provengono da tutto il bacino di utenza servito dalla Struttura di via dell’Eremo : oltre alla Provincia di Lecco, tutta la Valtellina e le aree di confine della Brianza, del comasco e del territorio bergamasco.
“In genere – spiega Roberto Bellù – presentano problemi di carattere respiratorio, cardiaco, nutrizionale e immaturità intestinale che richiede immediati interventi chirurgici”.
Trecentocinquanta, invece, i ricoveri complessivi registrati in media nel corso di un anno, con 30 casi chirurgici di notevole impegno. Cento sono invece , nello stesso periodo, i trasporti neonatali (anche un elicottero e in orario notturno) realizzati. Sono tutti numeri che fanno dell’Unità Operativa dell’Ospedale di Lecco una tra le più importanti Neonatologie della Lombardia.