Scacchi il gioco senza età. Il “dono greco”

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RUBRICA – Negli scacchi, il sacrificio di un pezzo per un altro di minor valore è un’arma tattica molto irruente che destabilizza la posizione sulla scacchiera. Molti sono gli esempi tratti dagli studi e dalle partite dei grandi campioni.

Quello che vi presento oggi è conosciuto come “dono greco” ed è un tipico sacrificio di un Alfiere da parte del Bianco sul pedone h7 o del Nero sul pedone h2, dopo che i due rispettivi Re hanno arroccato corto ossia ambedue dal lato di re. Il sacrificio per verificarsi ha bisogno di alcuni presupposti. Uno dei presupposti per il Bianco è la presenza dell’Alfiere in d3, l’altro è la mancanza del difensore naturale della casa h7 ossia il Cavallo Nero in f6. Il ragionamento è visto dal punto di vista del Bianco per comodità, se visto dal punto di vista del Nero è specularmente opposto.

Per capirne di più vediamo la posizione dopo le mosse:

1.e4 e6 2.d4 d5 3.Cc3 Cf6 4.e5 Cfd7 5.Cf3 Ab4 6.Ad3 0-0 ?? 

 

Questo è un semplice caso in cui funziona il sacrificio del “dono greco”. Il Bianco può giocare 7.Axh7 +! Rxh7 8.Cg5 + quindi se: 8 … Rh8 9.Dh5 + Rg8 10.Dh7 #  se: 8 … Rg8 9.Dh5 minacciando 10.Dh7 #, a cui sono possibili le uniche risposte 9 … Dxg5 10.Axg5 per evitare le terribili conseguenze il Nero dovrebbe rinunciare alla Regina catturando il Cavallo ma si sa che senza Regina è duro combattere e se: 9 … Te8 10.Dxf7 + Rh8 11.Dh5 + Rg8 12.Dh7 + Rf8 13.Dh8 + Re7 14.Dxg7 #   e su  8 … Rh6 9.Cxf7 + vincerebbe la Regina e a  8 … Rg6 9.h4 e non esiste un modo soddisfacente per affrontare la minaccia di 10.h5 + Rh6 (10 … Rf5 11.Df3 #) 11.Cxf7 +, vincendo la Regina.

Spero che non vi siate persi nel labirinto delle possibilità che scaturiscono dalla posizione, ma basta mettere i pezzi sulla scacchiera e con un po’ di tempo e pazienza si impara a destreggiarsi tra le lettere e i numeri.

L’etimologia della dicitura “dono greco”  non è del tutto chiara. La spiegazione più ovvia è la citazione che allude al cavallo di Troia pronunciata da Laocoonte “timeo Danaos et dona ferentes” (“Temo i Greci anche quando portano doni”, Eneide libro II,49 di PublioVirgilio Marone). L’Oxford Companion to Chess suggerisce un’altra spiegazione: quella che il sacrificio si è verificato spesso nelle partite di Gioachino Greco famosissimo giocatore Italiano del 1600 e quindi ha poi preso il suo nome.

Nando Franceschetti
Delegato Coni Federazione Scacchistica Italiana(FSI) per la provincia di Lecco
Istruttore Federale di scacchi


 

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