LECCO – Una conferenza stampa rivolta ai giornali lecchesi quella che l’istituto professionale P.A. Fiocchi ha convocato questa mattina nell’aula magna alla presenza del preside Marco Valsecchi e dei professori Sergio Achillè, Giovanni Pavoni, Marcella Mainetti, Raffaele Cesana e Antonio Gatti. Nocciolo della questione alcuni articoli apparsi su testate locali inerenti un litigio fra due studenti, vicenda che Lecconotizie non ha trattato.“La conferenza non è stata convocata per una questione personale – ha esordito il preside Valsecchi – ma per il motivo che è stata distorta la realtà dei fatti. Ciò che è stato riportato sui alcuni giornali è esattamente il contrario di quanto accaduto. Il litigio c’è stato ma la dinamica non è stata quella descritta, tant’è che l’aggressore, diciamo così, in realtà è stato l’aggredito e viceversa”.
“Non voglio però soffermarmi sul singolo caso – ha proseguito il preside – voglio invece che si faccia chiarezza al fine di evitare che passi all’opinione pubblica l’immagine di una scuola allo sbando, dove non esistono controlli di alcun tipo e gli studenti sono abbandonati a loro stessi. Cerchiamo di educare i nostri ragazzi nel miglior modo possibile. E’ vero, possiamo anche sbagliare, ma siamo pronti a correggerci immediatamente. Non dimentichiamo che la nostra scuola è ormai multietcnica infatti su 916 alunni 258 sono stranieri e provenienti da 24 paesi diversi. E’ evidente che una simile situazione implica maggiori difficoltà sia per il corpo docenti, ma anche per i ragazzi stessi”.
“Il Fiocchi ha sempre cercato di prestare attenzione ai ragazzi che entrano a far parte di questa grande famiglia – ha incalzato la professoressa Mainetti – e costantemente si cerca di instaurare un dialogo diretto con i genitori. Quando si registrano episodi come quello dei due ragazzi che sono venuti alle mani interveniamo subito. L’educazione degli alunni la intendiamo a 360 gradi, quindi in questo senso cerchiamo di rispondere alle loro esigenze nel trovare soluzioni idonee e nel risolvere eventuali disagi che si vengono a creare”.
Punto sul quale il professore Achillè si è detto “profondamente offeso” è stato il tema della sicurezza: “C’è chi ha scritto che siamo stati ‘impotenti’ d’innanzi a quanto è accaduto. Nulla di più falso. I professori controllano in modo costante e attento gli studenti, ma è chiaro che lo possono fare fintanto che gli alunni sono a scuola”.
Tornando all’episodio, ovvero alla goccia che ha fatto traboccare il proverbiale vaso, l’alunno che ha minacciato di picchiare il compagno e che in realtà alla fine le ha prese è stato sospeso con obbligo di frequenza per 10 giorni, mentre il compagno di nazionalità moldava cambierà scuola com’era già nelle sue intenzioni.
“Premetto che quanto è accaduto non va giustificato. Muovere le mani è sempre sbagliato ed è un atto grave – ha concluso il preside – Resta il fatto che tra adolescenti si innescano dinamiche particolari e i litigi piccoli o grandi sono all’ordine del giorno, anche perchè fanno parte della crescita di un ragazzo. Anche ai miei tempi si litigava, ma se i miei genitori, come quelli dei miei compagni, venivano a cooscenza dei fatti, a torto o a ragione comunque venivamo rimproverati. Oggi invece è atteggiamento comune prendere le difese dei propri figli sempre e comunque, dando la colpa agli altri, alla scuola o ai professori. Anche per questo il nostro lavoro è diventato ancora più difficile, se poi anche la stampa ci rema contro, le cose si complicano ulteriormente”.