Un camper per arrivare ai bisogni della gente, AscoltArci apre tra le case popolari

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L’iniziativa di un gruppo di volontari del circolo Arci Spazio Condiviso

“Siamo qui, dove purtroppo le istituzioni latitano, per dare voce a bisogni collettivi”

CALOLZIOCORTE – Una quindicina di volontari che hanno deciso di rimboccarsi le maniche per ascoltare, capire e provare a dare una mano a chi ha più bisogno, lo sportello AscoltArci del Circolo Arci Spazio Condiviso di Calolzio, però, non è solo questo. Detto così è riduttivo, perché dietro (e dentro) allo sportello ci sono anima e cuore, ma anche molto pragmatismo: proprio per questo, dopo quattro anni di “servizio” presso i locali del circolo di piazza Regazzoni (e circa 400 accessi), i volontari hanno deciso di andare dove le istituzioni (per i più svariati motivi) non riescono ad arrivare.

Da oggi, e per i prossimi giovedì, dalle ore 18 alle ore 20, tra le case popolari di via Giuseppe Di Vittorio a Calolzio sarà parcheggiato un camper con la porta aperta e una mano tesa a chi ha bisogno di ascolto. Un salto di qualità frutto di una esigenza reale che i volontari, non senza fatica, hanno misurato attraverso un questionario.

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Dario Consonni e Corrado Conti

“Lo sportello non ha una specializzazione ma affrontiamo i problemi più disparati: dalla casa, al lavoro, all’affitto, allo scrivere un curriculum… La cosa che vogliamo fare, però, non è solo risolvere problemi singoli (compito che già cerchiamo di svolgere in rete con altre associazioni del territorio), ma captare problemi e bisogni collettivi. Da qui è nata l’idea di distribuire un questionario in tutte le case popolari di Calolziocorte (Sala, Foppenico e Pascolo) – hanno spiegato i volontari Corrado Conti e Dario Consonni -. Oggi siamo qui in via Di Vittorio perché è l’agglomerato più grosso; abbiamo deciso di partire da qui perché allo sportello in questi anni sono arrivate moltissime persone che vivono nelle case popolari”.

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Il questionario proposto dai volontari non ha nessuna pretesa di scientificità, ma squarcia il velo (se ce ne fosse bisogno) su una situazione di bisogno diffusa entrando nello specifico di tutta una serie di criticità: “Sono stati distribuiti 360 questionari da compilare in forma anonima e ne sono ritornati 157. Sono state coinvolte circa 486 persone di cui 55 disabili e 122 minori – hanno spiegato -. Abbiamo chiesto il gradimento complessivo della casa e le problematiche principali: dei 157 questionari compilati, 99 hanno espresso non gradimento per la situazione abitativa (48 hanno espresso soddisfazione), di questi 54 hanno espresso problematiche relative alla manutenzione”.

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Corrado Conti

Dall’assenza dei numeri civici, alla barriere architettoniche, alla carenza di manutenzione, nonché alla possibilità di poter effettuare in autonomia alcune manutenzioni in cambio di uno “sconto” sull’affitto, queste sono alcuni degli aspetti emersi dal questionario: “E’ emerso anche un grosso problema nell’interfacciarsi con le istituzioni: in 103 hanno detto di aver effettuato segnalazioni all’Aler/Comune, 41 hanno detto di non aver ricevuto alcuna risposta. Per 82 non è stato risolto nulla e soltanto in 7 questionari è stato detto che tutti i problemi sono stati risolti”.

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Dai questionari sono emersi dei bisogni collettivi che hanno consentito al gruppo di volontari dello sportello AscoltArci di trarre alcune importanti conclusioni: “Oltre a bisogni anche piccoli che però rendono più difficile la vita delle persone, esistono problemi di rapporti sociali. Quello che emerge forte è il bisogno di essere ascoltati da istituzioni che latitano; istituzioni che arrivano solo quando ci sono problemi di ordine pubblico e invece dovrebbero essere presenti in maniera continuativa con attività di ascolto, attività culturali, attività di aggregazione per bambini e ragazzi e attività che rendano migliore la socializzazione. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che un’attività di ascolto potevamo farla noi, perciò il giovedì dalle 18 alle 20 saremo qui con il nostro camper. Lo facciamo noi ma, francamente, lo potrebbero fare le istituzioni, perché il nostro obiettivo non è sostituirci alle istituzioni”.

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Tra i problemi rilevati dallo sportello in questi anni quello della casa resta il più sentito e il più difficile (al limite dell’impossibile) da risolvere: “Uno dei meccanismi da rompere il prima possibile è che le case popolari vengano identificate come qualcosa di esterno alla città. Ci sono persone che non si sentono ascoltate e, proprio per questo, decidono di fare da sole, ma questa situazione crea un divario che va recuperato. Abbiamo deciso di essere qui come sportello, ma come circolo già da un po’ di tempo diamo grande attenzione alle case popolari: la scorsa estate abbiamo portato tre iniziative culturali e ora stiamo partecipando a un nuovo progetto per portarne altre sia per i bambini che per gli adulti e non solo in via Di Vittorio”.

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Dario Consonni

Quello iniziato dallo sportello AscoltArci è un dialogo importante che potrebbe essere da esempio anche per altri comuni. I volontari stanno provando ad entrare in punta di piedi in una realtà difficile, dove il primo ostacolo da superare è la diffidenza. C’è chi si affaccia alla finestra, qualcuno accenna un timido saluto, altri invece tirano dritto… ma la sensazione è che questi volontari stiano creando in filo prezioso e lo scopo è uno solo: migliorare la qualità della vita delle persone.

QUI I RISULTATI DEL QUESTIONARIO E LE CONCLUSIONI

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