Fermate soppresse, Azione: “Trenord deve tornare sui propri passi”

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La presa di posizione di Azione in merito alla soppressione delle fermate di Osnago e Airuno su alcune corse della S8

“Serve innanzitutto ricevere informazioni chiare e precise su quanto Trenord ha intenzione di fare”

OSNAGO – “Se Trenord immagina di garantire la puntualità dei treni allungando l’orario di viaggio di 13 minuti a tratta, come ha fatto dal mese scorso, e riducendo le fermate siamo veramente sulla strada sbagliata, su un binario morto!”.

Prende posizione in maniera forte, parlando di una situazione grave, Eleonora Lavelli, segretaria provinciale di Azione in merito alla notizia, appresa dal comunicato del Comitato pendolari di Merate e dall’app di Trenord, della riduzione delle fermate a Osnago e Airuno per diverse corse della linea S8.

“Siamo molto preoccupati e per questo abbiamo mobilitato la direzione regionale del partito, i parlamentari e consiglieri lombardi ad attivarsi nelle rispettive sedi per chiedere formalmente chiarimenti a Trenord, alla Giunta regionale e al Ministero dei trasporti” puntualizza Lavelli, chiarendo quali sono le priorità.

“Serve, innanzitutto, ricevere informazioni chiare e precise su quanto Trenord ha intenzione di fare, con preghiera di sedersi ad un tavolo, con anche gli amministratori locali coinvolti, e comprendere cosa sta avvenendo e come farvi fronte”.

Lavell aggiunge: “Azione non resterà ferma a guardare: faremo tutto quanto ci è possibile per sensibilizzare gli organi competenti ad intervenire per garantire le corse da Osnago e Airuno. I treni sono corti e affollati, i parcheggi nelle stazioni sono pieni fin dalle prime ore della mattina. Il servizio pubblico di trasporto ferroviario sta prendendo una piega non accettabile e bisogna che si torni sui propri passi”.

Al coro di proteste si aggiunge anche la voce di Mattia Muzio, assessore di Merate e referente trasporti Azione Lecco: “Riducendo le fermate si snatura di fatto la logica delle linee “S” suburbane. È un passo indietro incredibile, si torna ai regionali vecchio stile in cui devi controllare in che stazioni ferma il treno che stai per prendere. Se vogliamo una mobilità di trasporto pubblico che guardi oltre il pendolarismo, dobbiamo preservare quel poco che si è costruito negli anni con una logica ben precisa”.

Da qui la conclusione: “Chiediamo a tutti i cittadini, alle istituzioni locali, consiglieri regionali e provinciali e ai pendolari di unirsi a noi in questa protesta. Trenord deve ascoltare la voce del territorio e tornare sui suoi passi”.