Inaugurato il Museo dell’Alpinismo Lecchese, riallestito per il 150° del Cai

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In tanti hanno partecipato al momento venerdì pomeriggio a Palazzo Paure

La presidente Baruffini: “Il Museo racconta un pezzo fondamentale del nostro territorio”

LECCO – “Un pezzo di storia del territorio lecchese, fatto di montagne e di uomini che le hanno salite”. Questo racconta il Museo dell’Alpinismo Lecchese, collocato al terzo piano di Palazzo Paure, riallestito e aggiornato in occasione del 150° del Cai di Lecco. L’inaugurazione è avvenuta venerdì sera alla presenza di numerosi cittadini, amici e soci del Cai, che hanno voluto condividere l’importante momento insieme alla presidente Adriana Baruffini e ai rappresentanti dell’amministrazione comunale che ha collaborato al riallestimento.

Adriana Baruffini
Adriana Baruffini, presidente del Cai di Lecco

Un progetto che nasce da lontano, come ricordato da Baruffini nel suo intervento: “Quello di oggi è un ulteriore tassello di un percorso iniziato tanti anni fa – ha dichiarato – la collezione museale che oggi compone questa esposizione è stata infatti avviata nei primi anni ’90, sotto la presidenza di Peppino Ciresa. In quel periodo infatti alpinisti del territorio e i loro famigliari cominciarono a donare alla sezione Cai di lecco oggetti e documenti che sono stati man mano classificati e archiviati. L’idea era quella di realizzare un museo della montagna, poi declinato in museo dell’alpinismo lecchese, in cui raccontare, anche tramite questi oggetti, la storia di un pezzo fondamentale di questo territorio”.

Da sinistra: Emilio Aldeghi, Alessandro Dubini, Alberto Benini, Adriana Baruffini, Giovanni Cattaneo, Simona Piazza e Barbara Cattaneo

Baruffini ha ricordato i tanti protagonisti di questa sfida: Pino Comi, alpinista e fotografo che al Cai ha lasciato un importante archivio fotografico in bianco e nero, Annibale Rota, ideatore del primissimo allestimento del Museo dell’Alpinismo Lecchese presso la Torre Viscontea, Giuliano Maresi, che diede un importante contributo nel redigere un inventario cartaceo dei vari oggetti donati, Beppe Ferrario, che aveva il sogno di un museo ancora più documentato. E poi l’imponente lavoro di trasferimento dei dati su schede informatiche da integrare all’esposizione più tradizionale prevista dal ‘nuovo’ museo.

“Nel 2018 il Museo dell’Alpinismo Lecchese venne trasferito a Palazzo Paure grazie alla disponibilità e collaborazione del Comune di Lecco – ha ricordato la presidente del Cai – l’allestimento è evoluto in un percorso espositivo multimediale tramite cui abbiamo voluto raccontare la storia dell’alpinismo lecchese attraverso oggetti appartenuti ai suoi protagonisti ma anche la storia del Cai di Lecco. In questo riallestimento, ideato e attuato in occasione dei 150 anni della nostra sezione, abbiamo ampliato la sezione dedicata alla storia del Cai e riorganizzato l’esposizione degli oggetti: ringrazio Pietro Corti, Alberto Benini, Alessandro Dubini e anche Marta Cassin per l’intenso e fondamentale lavoro, il Comune per il supporto e tutti gli amici del Cai”.

All’inaugurazione sono intervenuti anche la vicesindaco e assessore alla Cultura Simona Piazza e l’assessore all’Attrattività Territoriale Giovanni Cattaneo: “Un ringraziamento al Cai di Lecco per questo ulteriore lavoro che integra un percorso iniziato negli anni ’90 quando è stata allestita l’esposizione alla Torre Viscontea e continuato nel 2018 con il percorso museale realizzato dal Cai di Lecco accanto all’Osservatorio Alpinistico che racconta con reperti e opere la storia degli alpinsti e dell’alpinismo del nostro territorio e l’origine del Cai” ha detto Piazza.

L’assessore Cattaneo ha invece invitato tutti i presenti a riflettere su quale potrà essere l’obiettivo finale di questo percorso: “Su questo spazio, che oggi ci viene restituito, c’è stato un importante investimento di pensiero perché fosse un punto di riferimento per tutti gli appassionati di montagna, a partire dai più piccoli. Oggi invito a riflettere su come ‘estendere’ questo spazio: come amministrazione siamo aperti a questa ricerca, non solo di un luogo ma anche e soprattutto di un modo di raccontare questa tradizione che vive da oltre un secolo, immaginando uno sviluppo futuro che renda più esplicito il nostro legame con le montagne”.

Hanno portato il loro contributo anche lo storico del Cai Alberto Benini e l’architetto Alessandro Dubini, che ha curato il riallestimento del Museo: “Con questa esposizione vogliamo riuscire a fare capire anche a chi non va in montagna l’emozione che sta dietro quello specifico oggetto” ha detto Benini, mentre l’architetto Dubini ha sinteticamente illustrato il progetto che ha fatto da sfondo alla riorganizzazione degli spazi e degli oggetti esposti: “Ogni oggetto è abbinato ad una foto collegata ad un ambiente e ad una persona – ha raccontato – è stato poi posizionato un nuovo pannello all’ingresso con i cinque soci fondatori del Cai di Lecco e la loro storia. C’è poi una sezione dedicata all’arrampicata su roccia e su ‘misto’ e una dedicata al Soccorso Alpino. Al centro della sala un’immagine del mondo dove sono indicate le montagne di Lecco che hanno fatto la storia dell’alpinismo del territorio, i nomi dei suoi protagonisti e le spedizioni. Abbiamo voluto creare un percorso che fosse intuitivo anche per chi non conosce la storia del Cai“.

Ha concluso gli interventi, moderati da Barbara Cattaneo, Emilio Aldeghi, lecchese, ex presidente del Cai Lecco e presidente del Cai Lombardia: “Mi piace ribadire che il grande museo di Lecco sono le nostre montagne ma è chiaro che poi dobbiamo tradurre la storia di queste montagne in qualcosa di concreto per noi e per i tanti turisti che le frequentano. L’espansione di questo Museo deve per forza coincidere con un riaggregare le forze, speriamo di riuscirci e ottenere buoni risultati”. Aldeghi ha ricordato il prossimo appuntamento in calendario all’interno della ricca programmazione per il 150° del Cai di Lecco: “Il prossimo 20-21 aprile si terrà ‘Sasso a sasso’, iniziativa di Montagna Pulita per la sistemazione dell’antica mulattiera Cereda-Montalbano: sarà l’occasione per apprendere la tecnica di costruzione e restauro dei selciati e dei muri a secco, grazie alla presenza di alcuni artigiani specializzati. Queste nozioni fanno parte della nostra storia, non dobbiamo perderla” ha concluso.

Al termine tutti i presenti hanno potuto visitare i nuovi spazi del Museo dell’Alpinismo Lecchese.

GALLERIA FOTOGRAFICA a cura di Giancarlo Airoldi