Cinzia Invernizzi in pensione dopo 43 anni al Panificio Ciresa: “La mia seconda famiglia”

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Un brindisi per il meritato traguardo
Un brindisi per il meritato traguardo

Il 2 settembre 1980 il primo giorno di lavoro nello storico negozio di via Capodistria

“Da dietro il banco ho visto cambiare Lecco e le sue abitudini. Ciò che non è mai cambiato sono i rapporti umani”

LECCO – “Il mio primo giorno di lavoro? Era il 2 settembre 1980 quando ho varcato la soglia del Panificio Ciresa, avevo 13 anni e mezzo e, come accadeva spesso una volta, si andava subito a lavorare appena finite le scuole medie. Non ho più lasciato quel lavoro”.

Cinzia Invernizzi, nata e cresciuta a Laorca, oggi può festeggiare la meritata pensione. Dal 1° febbraio la sua vita è cambiata di colpo, dopo aver visto crescere e cambiare il quartiere di Santo Stefano e la nostra città da dietro il banco dello storico negozio di via Capodistria.

Cinzia InvernizziIl suo inizio fu casuale: “Avevo appena finito la scuola e mia madre, che conosceva la signora Assunta, mamma di Peppino e Mario (gli attuali titolari del Panificio Ciresa, ndr), le chiese se non sapesse di qualcuno che aveva bisogno e dopo qualche giorno le disse che, se avevo voglia di fare la commessa, potevo anche cominciare al panificio”.

In 43 anni sono stati tanti i cambiamenti: “Basti pensare che quella era una fortissima zona di passaggio per chi era diretto in Valtellina oppure per chi, provenendo dal lago, andava in Valsassina, successivamente all’apertura dell’Attraversamento di Lecco anche le abitudini sono un po’ cambiare. In questi anni, poi, ho visto modificarsi il tessuto sociale del rione: quando ho cominciato ci si conosceva tutti, adesso non è più così…”.

Una cosa che non è cambiata in 43 anni? “Il rapporto umano con i clienti, è sempre stata l’essenza del nostro lavoro, una delle funzioni più importanti di un negozio di vicinato: tenere unito il tessuto sociale. La cosa bella era rivedere bimbi a cui davo il biscotto da piccoli, tornare in negozio tanti anni dopo con i propri figli. Oppure cercare di andare incontro alle persone più anziane, interessarsi alle loro vite, scambiare due parole e dar loro una mano. Questo rapporto con i clienti non l’abbiamo mai perso ed è ciò che alla fine ti dà le soddisfazioni più grosse”.

Dal 1980 a oggi i modi di vita della gente sono stati stravolti, ma anche i gusti dei lecchesi non sono più gli stessi? “Rispetto al passato ho notato che che si va alla ricerca di prodotti più particolari, sotto questo punto di vista siamo diventati più esigenti. Anche se una volta le persone avevano un occhio più attento alla qualità rispetto al giorno d’oggi”.

Un momento di saluto nel laboratorio del panificio
Un momento di saluto nel laboratorio del panificio

Oltre 40 anni al fianco della famiglia Ciresa: “Ho cominciato con i signori Sirio e Assunta, i genitori degli attuali titolari, Peppino e Mario. Posso solo dire che la famiglia Ciresa è stata la mia seconda famiglia, sono cresciuta con loro. Arrivato il momento della pensione, sorridendo, mi hanno chiesto se non avevo voglia di lavorare ancora un po’, ma alla fine è giusto così, è un cerchio che si chiude. Anche se sono andata in pensione il legame con loro resterà senz’altro”.

Se si guarda indietro cosa vede? “Solamente ricordi belli. Sono felice del percorso che ho fatto: ho coltivato rapporti bellissimi con i clienti che, a loro volta, mi hanno dato tanto. Quando hanno saputo che sarei andata in pensione sono stati tutti carinissimi… Ora però ufficialmente non lavoro più, le cose da fare non mi mancano, in primis bisogna star dietro alla casa. Mi piace anche fare passeggiate, vorrà dire che da oggi non dovrò più aspettare la domenica per andare in montagna”.