L’opera donata da don Marino Colombo, parroco di Oliveto Lario, è stata collocata nel battistero
Stamattina la presentazione dell’opera alla presenza dello scultore: “Dopo quasi 40 anni quest’opera ha trovato il suo destino qui”
LECCO – “Quest’opera, che da oggi è presente nella basilica di San Nicolò, è un dono alla città intera. L’invito a tutta la comunità di Lecco è quello a non smettere di cercare il volto di Dio, ma a cercarlo nel volto degli altri perché è lì che Dio si trova, è lì che Dio manifesta il suo volto. Finché cercheremo nell’altro qualcosa di più di quello che superficialmente si mostra, allora troveremo davvero un pezzetto di Dio che ci accompagna”.
Queste le parole del prevosto di Lecco don Bortolo Uberti che, assieme allo scultore Pablo Atchugarry e al parroco di Oliveto Lario don Marino Colombo, ha svelato la scultura l’Eterno da oggi collocata nella cappella del battistero della basilica di San Nicolò. La piccola cerimonia si è svolta dopo la messa delle ore 10.
La scultura, realizzata da Pablo Atchugarry nel 1985 (131x106x94 cm in marmo di Carrara), è frutto di una donazione di don Marino Colombo (che ha concelebrato la messa) e vuole dar vita a un ardito raffronto tra antico e moderno che si risolve in un profondo significato teologico: il volto di Dio si imprime nel volto del neofita che è stato immerso nell’acqua battesimale.
“Un’intensa rappresentazione del volto di Dio Padre ispirata al primo canto del Paradiso della Divina Commedia, laddove Dante Alighieri intuisce con gli “occhi” della mente l’aspetto di Dio Padre. Un volto potente da oggi è qui, nella nostra chiesa” ha detto don Marino Colombo che ha riletto il passaggio della Divina Commedia. La suggestione scaturita dalla lettura delle terzine dantesche ha guidato Pablo Atchugarry nella realizzazione della scultura, che gli venne richiesta nel 1985 dallo stesso don Marino Colombo.
Pablo Atchugarry ha ricordato la nascita della sua opera: “Nel 1985 ero arrivato a Lecco da pochissimo tempo e don Marino ha sempre avuto tanta fiducia in me. Dopo quasi 40 anni quest’opera ha trovato il suo destino qui, nella basilica di San Nicolò, è per questo vi sono molto grato”.
Alla cerimonia, frutto del paziente lavoro del gruppo Museo-Archivio-Biblioteca ecclesiastico di Lecco (Mabel), hanno partecipato anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e la vicesindaca Simona Piazza: “Oggi si compie un viaggio lungo 40 anni attorno a questo volto e a questa ricerca. La riconoscenza da parte del comune va a Pablo Atchugarry che ricordiamo essere cittadino benemerito, il suo legame con la nostra città è davvero profondo. Ancora una volta l’arte è uno stimolo di riflessioni per l’intera comunità”.
Pablo Atchugarry
Scultore tra i più influenti del panorama astratto contemporaneo, Pablo Atchugarry (Montevideo, 1954) è considerato a tutti gli effetti un artista italiano d’adozione, nonché benemerito cittadino lecchese, avendo qui legato la sua pluriennale attività fin dal 1982, anno in cui si stabilisce nel capoluogo manzoniano dopo un lungo periodo di formazione in viaggio per l’Europa.
Esordisce inizialmente in veste di pittore, ma è l’amore per la concretezza plastica e tangibile della scultura a entusiasmarlo e incamminarlo all’arte fin da piccolo: una passione che ha modo di approfondire solo a partire dal soggiorno in Italia, recandosi infatti nelle prestigiose cave di Carrara, dove ha l’occasione di scolpire per la prima volta il marmo bianco statuario, materia d’eccellenza per i maestri di ogni epoca. Di qui in avanti Atchugarry si dedicherà unicamente alla scultura, dando avvio a un lungo e prolifico percorso che condurrà i suoi lavori in musei, piazze e collezioni di tutto il mondo.