18 giorni, oltre 1000 km percorsi sempre sopra i 4 mila metri di quota
La lecchese racconta la sua nuova avventura in India dove in bici ha raggiunto il valico carrozzabile più alto al mondo
LECCO – La lecchese Stefania Valsecchi, per tutti Steppo (del team Pedale Lecchese), ha concluso un’altra incredibile avventura in bici sulle montagne del Ladakh, regione dell’India. Dal 30 luglio al 25 agosto Steppo, insieme ad altri quattro amici (Stefano, Paolo, Paolo e Aldo) ha percorso oltre mille km (1.070 per la precisione), pedalando sempre in quota, sopra i 4 mila metri, conquistando anche il valico carrozzabile più alto al mondo, l’Umling-La (5.817 metri).
Il Ladakh era da anni una meta sognata dalla ciclista lecchese, come ci racconta: “Ero stata in questa regione bellissima nel 2015 per una gara di Mtb, avevo conosciuto due amici di Modena con i quali sono rimasta in contatto, ripromettendoci di tornare a vivere questa regione non a ritmo di gara ma con più tranquillità. Finalmente dopo anni siamo riusciti ad organizzarci e il 30 luglio siamo partiti per Leh, la capitale del Ladakh”. Con il gruppo viaggiava anche Stefano Dallari, medico dentista di Modena, per anni volontario in Tibet: “50 anni fa Stefano aveva fatto una tesi di laurea sulla dentatura dei monaci tibetani e ha sempre viaggiato in queste terre, dove ha aperto anche degli ambulatori per assistere la popolazione. Dopo l’invasione cinese molti tibetani si sono rifugiati in Ladakh e lui ha implementato il lavoro, seguendo i centri per l’accoglienza dei bambini profughi. Un’esperienza da cui sono nate diverse scuole TCV, ovvero Tibetan Children Village, che ci ha portato a visitare. Sono rimasta molto colpita, abbiamo conosciuto da vicino tre realtà e le meravigliose persone che vi sono impegnate, la carica di umanità che ho respirato in questi luoghi mi resterà sempre impressa nel cuore” ha raccontato Steppo.
Nei 18 giorni in bici Steppo e il suo gruppo hanno fatto un giro ad anello, dormendo in tenda senza mai scendere sotto quota 4.200 metri: “E’ stato bellissimo, abbiamo pedalato nella valle dell’Indo e nello Zanskar, panorami incredibili. In una giornata vivevamo tutte e quattro le stagioni, si passava dallo stare in pantaloncini e canottiera al dover indossare il piumino. Un giorno abbiamo fatto tappa in un piccolo villaggio di nomadi dove il dottor Dellari aveva lavorato, distribuendo vestiti, materiale scolastico e medicinali di base alla popolazione”.
In viaggio Steppo, oltre all’immancabile Pedale Lecchese ha portato anche gli amici di Cancro Primo Aiuto: “Sono vicina a questa realtà e ho voluto portarla simbolicamente in viaggio con me per condividere il loro impegno nello stare vicino ai malati di cancro” ha detto la lecchese.
Durante il viaggio non sono mancati alcuni problemi tecnici: “Per fortuna non alla mia bici ma i miei compagni hanno avuto un po’ di imprevisti per colpa delle lunghe distanze su strade sterrate – ha raccontato – qualcuno ha anche sofferto la quota, io invece ho marciato bene. Il problema è stato al rientro, i quattro giorni successivi al ritorno a casa ero letteralmente ko!”. Chiusa quest’avventura la lecchese progetta il prossimo viaggio, sempre in sella alla sua fedele bicicletta.