Le celebrazioni del Primo Maggio a Lecco, l’omaggio al Monumento dei Caduti sul Lavoro
Il sindaco Gattinoni: “La pandemia ha messo a nudo le disuguaglianze e acuito le difficoltà”.
LECCO – L’inno d’Italia ha risuonato questa mattina Primo Maggio, in Largo Caleotto, per commemorare i caduti sul lavoro davanti al monumento a loro dedicato e sul quale è stata deposta una corona di alloro: è la cerimonia per la Festa dei Lavoratori che si è svolta questa mattina a Lecco.
Un Primo Maggio anche quest’anno senza corteo e senza concerto, nel rispetto delle misure anti-contagio in un’emergenza sanitaria ancora non conclusa ma, a differenza dell’anno scorso, questo è un Primo Maggio “di speranza e di ripartenza – ha sottolineato il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni – perché dopo 12 mesi di convivenza con la pandemia, vediamo finalmente la fine intorno al tunnel”.
“La pandemia e la successiva crisi economico-sociale che stiamo vivendo, e i cui effetti più impattanti sono ancora in divenire, hanno evidenziato ed esasperato quelle problematicità da tempo note nel tessuto lavorativo del Paese e colpito maggiormente quelle categorie che già facevano fatica – ha sottolineato il sindaco – Mi riferisco in particolare ai giovani, il cui ingresso nel mondo del lavoro viene costantemente rimandato, alle donne, ancora costrette troppo spesso a scegliere tra la maternità e la carriera e che in questa crisi hanno visto diminuire il proprio tasso di occupazione e aumentare l’impegno in casa; alle partite IVA, duramente colpite dalle chiusure e meno tutelate. La pandemia ha messo a nudo quelle disuguaglianze che già premevano sulla tenuta del nostro modello sociale”.
“Progettiamo insieme la ricostruzione”
Le difficoltà, ha spiegato il sindaco, hanno però consentito anche di trovare nuove soluzioni “nell’organizzazione aziendale e nell’ottimizzazione di certi processi. Soluzioni che possono migliorare il rapporto tra impegno lavorativo e famigliare. È questo il tempo, dunque – ha aggiunto Gattinoni – per chiedersi quali saranno gli effetti più impattanti che riguarderanno il nostro territorio, per interrogarsi su come rispondere ai licenziamenti, per domandarci cosa possiamo mantenere di positivo rispetto allo smart working e cosa invece dovrà essere rivisto per garantire ambienti di lavoro sicuri, che rispondano alle esigenze di chi li abita”.
Il primo cittadino ha ricordato l’importanza del tema della legalità e del protocollo siglato in prefettura per contrastare il fenomeno dell’usura “offrendo risposte concrete a quei settori in difficoltà che corrono il rischio di trovare nella disperazione un rifugio facile ma a caro prezzo”.
Da parte sua, il Comune ha messo in campo il progetto Lecco Solidale, con i buoni spesa per le famiglia in difficoltà, ha predisposto un punto di orientamento per i giovani e stanziato un milione di euro a sostegno di attività e realtà del mondo associativo.
“In questo primo 1° Maggio, in cui vediamo l’uscita dal tunnel dell’emergenza sanitaria – ha concluso il sindaco – dobbiamo noi tutte Istituzioni essere pronte per progettare insieme la ricostruzione, per garantire a ciascuno, specialmente ai più giovani, il diritto di realizzarsi nel lavoro e contribuire a ridisegnare una nuova Italia con speranza e fiducia nel futuro”.
Lavoro, libertà e legalità
“Le tre ‘s’ che oggi pervadono la società (soldi, sesso e successo) vanno cambiate con tre ‘l’ ovvero lavoro, libertà e legalità – ha sottolineato il presidente della Provincia, Claudio Usuelli – perché se c’è lavoro c’è libertà e quindi democrazia, si è liberi di scegliere e di indirizzare la propria vita. Se c’è lavoro, c’è la sicurezza per sé e e per i propri cari e quindi c’è anche legalità, perché non si è costretti a finire nelle mani di chi approfitta della debolezza delle persone”.
Usuelli ha ricordato le celebrazioni per il Primo Maggio dello scorso anno, “che si erano svolte in forma simbolica a causa dell’emergenza sanitaria, con le sole rappresentanze istituzionali. Quest’anno – ha detto – siamo di più a e il prossimo saremo ancora di più”.
Senza sicurezza non c’è lavoro
“Quando il coronavirus sarà cancellato dalla nostra quotidianità, o meglio quando la ricerca con i vaccini riuscirà ad attenuare la carica mortale del virus, dobbiamo necessariamente partire da queste certezze: lavoro, salute e sicurezza” è intervenuto Gianfranco Longhi, presidente territoriale ANMIL Lecco, l’associazione mutilati e invalidi del lavoro.
“Già prima del Covid-19, sia il lavoro che la sicurezza dei lavoratori erano in una fase di profondo ripensamento: il lavoro come lo si conosceva nel secolo scorso non c’è più – ha ricordato Longhi – Ci sono nuove forme e nuove tipologie di lavoro; il lavoro manuale, non diciamo che sta sparendo ma certamente si sta trasformando, ci vogliono nuove competenze, c’è il lavoro da casa o telelavoro; senz’altro ci saranno grandi novità, c’è tanto da fare. C’è tanto su cui ripensare. E su questo nuovo lavoro che verrà la sicurezza dovrà essere una componente primaria”.
“Adesso sembra che i casi di infortunio diminuiscano, se togliamo quelli dovuti al coronavirus, ma le ore lavorate nell’ultimo anno sono molto ma molto meno. Non sarà certamente facile, forse sarà anche impossibile ma dobbiamo arrivare alla meta di infortuni zero. Lavoro, sicurezza e salute sono imprescindibili: la vita delle persone, la nostra vita deve passare da qui”.
Sono le 3.204 denunce di infortuni lavorativi del 2020, di cui 10 mortali, e le 58 denunce di malattia professionale, 1209 le denunce di infortuni per COVID di cui 4 mortali. Numeri ricordati dal segretario della Cisl Monza-Lecco, Mirko Scaccabarozzi, intervenuto in rappresentanza di tutte le organizzazioni sindacali.
Lavoro e vaccino sono l’unica terapia possibile
“Nel giorno della Festa di lavoratrici e lavoratori CGIL CISL e UIL ribadiscono con forza che la ripartenza in sicurezza per il nostro Paese è possibile – ha sottolineato Scaccabarozzi – Ripartire nel segno dell’unità, della responsabilità e della coesione sociale, riaffermando il valore della centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese e affrontare con equità e solidarietà le gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia”.
“Il 2021 – ha aggiunto – continua ad essere colpito dall’emergenza sanitaria, che già lo scorso anno ha messo tutti a dura prova. Nondimeno la campagna vaccinale in corso, pur con tutte le difficoltà dell’iter in essere, si erge a simbolo della speranza che ci permetterà di uscire dalla calamità pandemica. Vogliamo ripartire in totale sicurezza, consapevoli che il lavoro e il vaccino sono l’unica terapia possibile capace di garantire un orizzonte di futuro migliore”.