Lecco. Il nuovo Bione: ecco la proposta che, però, costa troppo

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Presentato il progetto di riqualificazione del Bione avanzata da un gruppo di imprese

Struttura nuova di zecca e anche una piscina esterna. L’operazione è però molto onerosa: 37 milioni

LECCO – Nell’ottobre del 2026, il centro sportivo di Lecco potrebbe cambiare completamente volto: così appare nei rendering dell‘ipotesi di progetto avanzata da una cordata di imprenditori che si è proposta al Comune di Lecco per la riqualificazione e la gestione del Bione.

Una nuova struttura per palazzetto, palestra e piscina interna, una piscina esterna con bar e ombrelloni, nuovi campi da gioco, una sala fitness e anche un palazzetto polifunzionale con spazi per associazioni sportive e aule studio; è il centro sportivo che i lecchesi sognano da troppi anni ma l’esperienza insegna che, quando c’è di mezzo il Bione, i sogni rischiano di restare tali.

Infatti, la proposta è interessante quanto costosa: la cifra è di 27 milioni di euro, di cui 18 milioni per i lavori e la parte restante per progettazioni e spese tecniche, che il Comune di Lecco dovrebbe restituire in vent’anni ai proponenti, con un canone annuo di circa 1,4 milioni e una maxi rata iniziale di 5 milioni di euro. Di fatto un leasing, il costo complessivo, compresi gli interessi, si aggirerebbe intorno ai 37 milioni di euro a carico del Comune  che si vedrebbe invece rientrare circa 165 mila euro l’anno dal gestore.

Una proposta “comprendente progettazione, realizzazione, manutenzione ordinaria e straordinaria e gestione per vent’anni – ha spiegato l’assessore Emanuele Torri, delegato allo Sport – i proponenti sono imprenditori affermati nel mondo dello sport e che hanno visto la possibilità di una riqualificazione importante del nostro centro sportivo. Questo è un primo elemento importante da sottolineare”.

A farsi avanti sono (imprese realizzatrici) Tipiesse e Myrta pool di A&T Europe ed Enpower, con (ente gestore) Aquamore, operatore del nord d’Italia recentemente subentrato alla conduzione della piscina di Merate, con il supporto finanziario di BancaImpresa del gruppo BCC Iccrea, lo studio J+S per la progettazione e il geologo Davide Roverselli.

L’intervento proposto riguarderebbe una parte del centro sportivo, 41 mila metri quadri sul totale di 97 mila dell’area complessiva del Bione, ovvero la zona est, comprendente i campi da calcio e da tennis. Il piano avanzato prevede la sistemazione del parcheggio esterno di fronte ai campi da gioco, dove sarà posizionato il nuovo ingresso del centro sportivo; ipotesi che potrebbe diventare una necessità quando prenderà forma la nuova viabilità legata al quarto ponte.

Il nuovo impianto, realizzato con una struttura prefabbricata, si comporrebbe di un palazzetto per basket, pallavolo e calcetto con una tribuna da 330 posti complessivi, la piscina al coperto lunga quanto l’attuale (25×12,5 m) con sei corsie, un’area fitness e un edificio di 800 metri quadri su due piani con spazi che potranno essere dedicati all’aggregazione e al dopo scuola, come il campus che la stessa amministrazione comunale aveva proposto a suo tempo.

Prevista una piscina esterna, con un’area bar e per il noleggio degli ombrelloni, la riqualificazione dei campi da calcio (tre in tutto) e la realizzazione di campi da padel al coperto. Esclusi dal progetto l’area più a ovest, comprendente il campo di rugby e la pista di atletica messa a nuovo di recente, così come l’attuale palazzetto che verrebbe dismesso dopo l’apertura della nuova struttura, con una grossa incognita sul suo futuro utilizzo.

 

Costi e rischi troppo alti per il Comune

“La proposta ha sicuramente il vantaggio di intercettare il desiderio espresso più volte, ovvero non solo una riqualificazione degli impianti ma anche una veste aggregativa al centro sportivo, che possa renderla un riferimento sia per agonisti che non agonisti – ha spiegato l’assessore Torri – è chiaro che si tratta di un investimento molto, molto oneroso”.

Un giudizio, quello dell’assessore, condiviso sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Troppo il rischio sulle spalle del Comune: “Le conseguenze sarebbero nefaste se una società di quel gruppo dovesse fallire, ci troveremmo indebitati e senza un avanzamento dell’intervento” ha commentato Corrado Valsecchi da Appello per Lecco.

“Abbiamo sempre detto che il Bione oggi non è dignitoso per una città capoluogo ma, guardando ai numeri, questa proposta non sta in piedi” è intervenuto Simone Brigatti di Forza Italia. Anche Antonio Rossi, consigliere comunale e sottosegretario allo Sport in Regione, ha espresso le sue perplessità: “Ci penserei due volte a prendere questa strada”.

“Serve un’analisi seria – ha sottolineato Giacomo Zamperini di FDI – piuttosto si valuti se al Comune non convenga farla in proprio, coinvolgendo le associazioni sportive che gravitano attorno al Bione”.

E’ un progetto “che convince – secondo Paolo Galli di Ambientalmente – lo dico da utilizzatore del centro sportivo, ma credo che non ne usciremo mai dalla vicenda Bione senza l’impegno di imprenditori del territorio”.

Anche per il PD “il progetto risponde a molte richieste della città,  è evidente però che il Comune non può farsi carico di tutti questi rischi” ha ribadito il capogruppo Pietro Regazzoni mentre Paola Frigerio di Fattore Lecco si è chiesta se ci sia una possibilità di interlocuzione con le imprese per realizzare solo alcune porzioni di intervento.

Il pensiero va al ‘vecchio’ project financing su cui l’amministrazione aveva tentato di interessare il mercato e che consentirebbe  una suddivisione dei costi più equilibrata tra pubblico e privato. Del resto, gli interventi effettuati alle aree esterne avrebbero dovuto rendere più appetibile – al privato – l’operazione di riqualificazione delle aree ‘calde’ e la successiva gestione del centro sportivo cittadino. Ora spetta al municipio una decisione nel merito.