Lo smog torna a preoccupare. Polveri sottili ben oltre i limiti

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LECCO – Per 5 giorni consecutivi la qualità dell’aria nelle province di Milano, Pavia e Cremona è stata pessima, con picchi molto al di sopra dei limiti di legge di 50 μg/m³, come per esempio i 123 microgrammi per metro cubo registrati a Milano in viale Marche domenica 8 gennaio. Lo denuncia Legambiente mostrando gli ultimi dati relativi al Pm10 delle centraline dei capoluoghi lombardi.

Lecco, al pari di Sondrio e Como, ha avuto tre sforamenti nei giorni 5-7 gennaio e di ieri, martedì 8 gennaio. Proprio ieri si sono registrati i valori più alti nel lecchese: alla centralina di Lecco il valore delle polveri sottili ha toccato i 70 µg/m³ , oltre 20 punti sopra i limiti, a Valmadrera e Merate ancora peggio, ben 80 µg/m³ .

Oggi, mercoledì, complice il vento, i valori sono rientrati sotto la soglia di allarme a Lecco, attestandosi a 38 µg/m³.

“Anno nuovo, situazione vecchia – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Le istituzioni sembrano non prendere seriamente l’emergenza smog e restano alla finestra ad attendere che siano le condizioni meteo a ripulire l’aria. Ma non possiamo fare affidamento su vento e pioggia ogni qualvolta le concentrazioni di inquinanti raggiungono livelli di guardia, è necessario prevenire. Ne va della salute dei cittadini, costretti a respirare aria pessima ormai quasi quotidianamente. È chiaro che il Protocollo con le misure di emergenza in caso di superamento dei valori è stato tradito con l’eliminazione dell’automatismo, per cui se le polveri sottili sono elevate scatta il blocco come da protocollo. Nei primi 9 giorni dell’anno per ben 5 giorni si sono respirate polveri oltre il consentito, ma per mancanza di coraggio e di investimenti per misure strutturali in aiuto ai comuni e alle città lombarde, si pensa bene di puntare tutto sull’aiuto del meteo”.

Il provvedimento della Regione, ricorda Legambiente, prevede anche che le procedure di applicazione dei livelli di attivazione e disattivazione delle misure temporanee di primo e secondo livello (che scattano dopo 5 giorni consecutivi in presenza di valori superiori ai 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili) tengano conto di eventuali previsioni meteorologiche, sulla base degli scenari di qualità dell’aria previsti.

È stato inoltre previsto di adeguare le procedure di ‘rientro al livello verde’ di nessuna allerta. Il controllo dei dati rilevati dalle stazioni avviene quotidianamente, a partire dal 1° dicembre 2018, senza aspettare il lunedì o il giovedì per l’eventuale eliminazione dei blocchi.