Primo Maggio, sindacati in piazza. “Ancora troppi morti sul lavoro”

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L’iniziativa dei sindacati a Lecco per il Primo Maggio

“Il lavoro deve essere dignitoso, manca a molti e per troppi è precario”

LECCO – Lavoro, diritti, stato sociale, Europa: queste le parole del Primo Maggio che mercoledì si è celebrato anche a Lecco con l’iniziativa organizzata dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil e che nel pomeriggio ha animato piazza Cermenati.

 

“Nel nostro territorio abbiamo aggiunto una parola in più: sicurezza – è intervenuta dal palco Rita Pavan, segretaria della Cisl Lecco Monza Brianza – perché nel 2019 non è possibile pensare di uscire di casa al mattino e non farci più ritorno. Nelle ultime settimane, un lavoratore è morto nel lecchese, cinque hanno perso la vita nella vicina Brianza. E’ una vergogna che non possiamo tollerare”.

L’omaggio ai caduti sul lavoro ha anticipato la manifestazione in centro, con la deposizione di una corona di fiori al monumento che li ricorda in largo Caleotto. Nell’occasione ha preso parola Gian Battista Colombo, già presidente  di Animl Lecco, l’associazione lavoratori mutilati e invadili, insieme mons. Davide Milani che ha indossato una fascia sacerdotale rossa, in ossequio ai “martiri del lavoro” come li ha definiti lo stesso prevosto.

Il prevosto mons. Davide Milani e l’assessore Riccardo Mariani

“Sono martiri per le loro famiglie, per la nostra società – ha sottolineato mons. Milani – Dio ha creato le cose con il suo lavoro, ha chiesto all’uomo di custodire e continuare a coltivare il suo giardino. Ma se il lavoro è senza dignità, se il lavoro è sfruttamento, non è umano, non è come vorrebbe Dio”.

Più sicurezza è quindi l’appello dei sindacati, per un lavoro “che cambia, un lavoro che ancora manca per molti e che è precario per troppi” ha proseguito Rita Pavan parlando a nome di tutte le sigle sindacali.

Rita Pavan, segretaria Cisl Monza Brianza Lecco

L’invito ad intervenire è rivolto alla politica. “Gli investimenti in innovazione e tecnologie possono aumentare la produttività del nostro Paese senza che questo significhi sfruttamento dei lavoratori – ha proseguito la sindacalista – ma di questo abbiamo trovato poco niente nell’ultima legge finanziaria”.

I sindacati hanno acceso l’attenzione anche sulla “fuga dei cervelli”, i nostri talenti che continuano a cercare occupazione oltre i confini nazionali. “Sono più gli italiani che vanno all’estero per lavoro che gli immigrati che arrivano in Italia. Altro che invasione!”

Il Concerto aperto dai migranti

Immigrazione e inclusione sono temi che ormai da qualche anno sono parte integrante del Primo Maggio, ed anche quest’anno il concerto in piazza a Lecco è stato aperto dai migranti dei centri di accoglienza del territorio.

L’assessore Riccardo Mariani

Riccardo Mariani, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Lecco, ha rimarcato il ruolo politico del sindacato: “La democrazia italiana non sarebbe stata capace di resistere a derive come quelle di cui assistiamo oggi senza un sindacato a fare da barriera culturale e a dare una mano a quella parte che ancora crede in una democrazia repubblicana italiana. Il sindacato è un elemento di tenuta della nostra democrazia”

Durante il pomeriggio hanno preso parola i delegati di due imprese del territorio che negli ultimi tempi hanno conosciuto la mobilitazione dei propri lavoratori.

Francesca Goretti delegata Farmol

“Il Primo Maggio non è festa per i disoccupati, non è festa per i cassintegrati, non è festa per chi ha perso il lavoro. Noi lo sappiamo bene – ha raccontato Francesca Goretti, delegata di Farmol, azienda che ha recentemente acquisto l’Aerosol di Valmadrera – noi abbiamo lottato con i denti affinché la ditta non chiudesse, con tanti sacrifici. La nostra costanza ha premiato ed ora porterà posti di lavoro dove istituzioni e politica sono stati latitanti”.

Renato Valsecchi, dipendente Husqvarna

Nella stessa cittadina, Valmadrera, sono i lavoratori dello Husqvarna ora a doversi mobilitare contro un possibile piano di ristrutturazione della multinazionale. “Negli Stati Uniti è già stato chiuso un sito di mille dipendenti. Già nel 2009 a Valmadrera è stato portato via il 90% della produzione ed effettuati sessanta esuberi – ha ricordato Renato Valsecchi dipendente della Husqvarna – il clima in azienda è oggi pesante, dovuto alla situazione di incertezza, per questo tre settimane fa abbiamo proclamato una giornata di sciopero”.