Spopolamento, in Provincia di Lecco a rischio il 14% dei comuni

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Lo studio di Polis-Lombardia delinea la situazione in Lombardia e nella nostra Provincia

Il consigliere regionale lecchese Zamperini: “Comuni montani e rivieraschi a rischio per ragioni differenti”

LECCO – Sono 265 i comuni lombardi ad alto rischio di spopolamento, pari al 18% del totale dei comuni della Regione, ai quali si aggiungono ulteriori 255 comuni a rischio moderato (il 17%), per un totale del 35% dei comuni sul territorio lombardo che deve affrontare tale problema. A delineare la situazione, lo studio di Polis-Lombardia intitolato “Il rischio di spopolamento nei comuni lombardi”.

In merito è intervenuto il Presidente della Commissione Montagna di Regione Lombardia, il Consigliere Regionale lecchese, Giacomo Zamperini.

“Il rischio di spopolamento, come dimostrato dallo studio di Polis-Lombardia, interessa anche la Provincia di Lecco, dove il 14% dei comuni è ad alto rischio, con una densità abitativa media nel decennio 1° gennaio 2014 – 1° gennaio 2023 pari a 51 abitanti per km2, mentre il 17% è a rischio moderato. Per analizzare e comprendere il quadro nella nostra provincia è imprescindibile, anzitutto, operare una differenziazione tra lo spopolamento delle aree montane e pedemontane e quello dei comuni rivieraschi. Nel primo caso lo svuotamento dei comuni è reale e dovuto all’abbandono del territorio da parte di coloro che preferiscono spostarsi in città, mentre nel secondo caso è dovuto alla deresidenzialità indotta dal fenomeno dell’affitto breve: le persone sacrificano la residenza per affittare la propria casa ai turisti. Si scommette, quindi, sul fenomeno delle case vacanza ma con il rischio di perdere abitanti e dunque servizi”.

Zamperini ha continuato: “Serve che sia fatto tutto il possibile per invertire la tendenza negativa e facilitare chi vive e lavora in montagna, introducendo specifici incentivi per chi risiede nei piccoli comuni di montagna come la misura di esenzione del bollo auto per i comuni fino a 3 mila abitanti recentemente introdotta in Regione Abruzzo, oppure criteri di premialità nei bandi regionali, ad esempio, per le associazioni sportive che operano nei territori di montagna. Si tratta di piccoli segnali che sommati possono davvero fare la differenza e contrastare il drammatico svuotamento delle nostre “terre alte”. Un esempio virtuoso che dà segnali di speranza è quello del Comune di Morterone, il più piccolo d’Italia ma anche il più alto in Provincia di Lecco, dove proprio qualche giorno fa è nata Marta, la trentatreesima abitante. Le famiglie che decidono di restare a vivere e lavorare nelle aree montane e pedemontane devono essere sostenute e premiate, perché presidiano e si prendono cura di territori che altrimenti sarebbero abbandonati, una vera e propria sfida”. Ha concluso il Consigliere Regionale.

“Al contrario, la parte bassa della Provincia sta assistendo ad un ripopolamento indotto dall’arrivo di nuovi residenti che, per via della forte attrattività dovuta alla vicinanza alla metropoli di Milano, decidono di abitare in questi comuni pur lavorando a Milano o altrove, potendo contare su un’alta vivibilità. Questi territori, dunque, rappresentano una risorsa da sfruttare per creare offerte ed esperienze affinché non siano zone di dormitorio ma sempre più vivibili e godibili per chi cerca servizi efficienti pur restando fuori dal caos di Milano o province limitrofe”.