Svelato in sala consiliare l’emblema ufficiale dell’Amministrazione
“Giornata storica per Bellano, in una data importante come quella del 2 giugno”
BELLANO – Oltre novemila tessere sul pavimento della sala consiliare nel Comune di Bellano, unite a formare uno stemma, simbolo della fusione tra Bellano e Vendrogno. Due realtà che da gennaio 2020 si sono coese, ma che aspettavano questa giornata storica, come lo stesso sindaco Antonio Rusconi l’ha definita, così da sancirla per sempre. Da ieri, venerdì, si è concretizzata in toto con l’adozione del nuovo araldo all’unanimità, in seduta straordinaria di consiglio comunale.
L’emblema in cui da qui in avanti si riconoscerà l’Amministrazione presenta lo stemma di Bellano nella sua interezza, integrato al giglio d’oro di Vendrogno, segno principale del blasone, posto in capo allo scudo.
A scombinare le carte di un momento così solenne solo il maltempo, che ha obbligato lo svelamento di stemma e gonfalone al coperto, invece che di fronte al Municipio dove il primo troverà presto collocazione, appena il clima lo consentirà.
“E’ emozionante vivere questa giornata e presiedere un consiglio comunale così simbolico – ha aperto l’assemblea il primo cittadino – soprattutto fare questo passo storico in una data, il 2 giugno, in cui si respirano ideali di democrazia. Con Vendrogno abbiamo iniziato un cammino nel 2016, funzionale a diventare un’unica comunità estesa tra lago e montagna. Abbiamo deciso di includere nel progetto di fusione anche la modifica allo stemma comunale: seppur azione non obbligatoria, ne eravamo convinti”.
Partito poi un excursus storico sui due stemmi comunali. Stando alle ricostruzioni, Bellano in epoca quattrocentesca aveva uno scudo palato d’oro e d’azzurro, diventato un disegno più elaborato solo a partire dal 1700. In epoca più recente, nei documenti bollati cominciò ad apparire una composizione simile a quella odierna con la torre (richiamo alla Famiglia Torriani), il biscione visconteo e una barca sull’acqua, riferimento esplicito al lago, centrale nella vita del paese lariano.
Vendrogno invece fino al 1966 non possedeva un araldo: accurate ricerche non ne hanno attestato l’esistenza. Nell’adottare lo stemma si è optato per uno sfondo azzurro, indicante l’ambiente montano in cui la località è collocata; caricato da due morse da fabbro, simbolo dell’antica attività artigianale del paese; e da un giglio dorato (poi mantenuto), che ricorda l’Opera Pia Collegio Giglio. Nella parte sottostante dello scudo infine presentava una noce, richiamante la frazione di Noceno dove questo frutto è presente in gran quantità.
Anche i consiglieri di minoranza, nonostante le divisioni passate e presenti, hanno espresso pareri favorevoli verso l’iniziativa: “Una scelta, quella di adottare lo stemma, che proietta verso il futuro, verso una nuova comunità. Decisione congiunta con cui ogni forza politica testimonia la volontà di collaborare e fare strada, superando divisioni ideologiche per il bene supremo del nostro Comune. Grazie alla fusione sono arrivati anche tanti vantaggi economici, contributi statali e regionali, ricadute sul territorio in termini di investimenti e servizi”.
“Lunga vita a questo stemma – ha concluso Rusconi – ringrazio amministratori, dipendenti e cittadini che hanno creduto alla sua realizzazione, e anche Alessandra Tanghetti, che ha donato al Comune un dipinto di Giancarlo Vitali raffigurante il blasone comunale appartenuto a Riccardo Tanghetti (ex sindaco di Bellano scomparso dal 1990 al 1999, scomparso nel 2004 ndr), insieme a una medaglia d’oro, sempre raffigurante l’emblema. Entrambi rimarranno esposti in questi uffici”.
Mosaico in marmo, con parti in oro zecchino e argento, lo stemma rimarrà visibile ai bellanesi oggi e domani, prima di essere deposto. Per l’occasione i locali storici del Comune saranno aperti con un’esposizione dedicata alla storia degli stemmi di Bellano e Vendrogno, dalle ore 10-12 alle ore 14-18.