Le opere di protezione costruite finora già ben rodate ai numerosi fenomeni temporaleschi
“Soprattutto chi nell’esondazione del 2019 ha visto le proprie case danneggiate, ora è più sereno e nota i risultati raggiunti”
DERVIO – E’ stato un mese di luglio dove i fenomeni di maltempo si sono susseguiti uno dietro l’altro, più o meno intensi, destando in certe circostanze non poca preoccupazione nel lecchese, considerata anche la fragilità idrogeologica del territorio. E anche paura, soprattutto nei luoghi in cui in passato già gravi episodi legati alle avverse condizioni atmosferiche hanno cambiato la vita di chi li abita.
A Dervio, da quando il torrente Varrone esondò nel 2019 e invase parte del paese, è difficile provare tranquillità quando il cielo si riempie di nubi e comincia a incupirsi. Ed è stato così anche nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5 luglio, quando una forte ondata di maltempo si è abbattuta su Dervio e sulla Valvarrone. In quell’occasione le acque del Varrone rese torbide dal temporale sono rimaste negli argini, al loro posto, segno di come gli interventi fatti finora per ‘governare’ il fiume funzionino e l’abbiano reso più sicuro.
Le opere di protezione hanno dimostrato di fare il loro dovere anche durante i successivi fenomeni di maltempo, susseguitesi incessantemente, quasi a cadenza giornaliera. “Anche se i peggiori sono stati soprattutto due: quello del 5 luglio e un altro nella settimana immediatamente successiva – precisa Stefano Cassinelli, sindaco di Dervio -. Le opere di protezione hanno funzionato bene e il nuovo argine realizzato di fronte a via Greppi ha retto perfettamente. Soprattutto le due reti a monte del paese che hanno trattenuto il materiale fluttuante (pezzi di tronchi principalmente), per cui come Amministrazione abbiamo con forza combattuto. La minoranza ha definito uno spreco di soldi il dover portare via il legname accumulato nel fiume, ma non possiamo certo cancellarlo, il sistema funziona così. E’ sicuramente meglio portarlo via dalle reti che dalle case dei derviesi. Dobbiamo fare di tutto per far sì che una nuova esondazione non si ripeta e anzi, sarebbe stato necessario muoversi prima”.
A subire danni solo la già ammalorata briglia in prossimità della centrale elettrica, alta tre metri, poco sopra le reti. “Alcuni pezzi si sono staccati – prosegue il primo cittadino – e dentro ci sono alcuni sassi che dondolano. Siccome con una nuova piena potrebbero crearsi situazioni di pericolo, stanno cercando in questo periodo di sistemarla, ma con il fiume ancora di grossa portata diventa ostico intervenire”. Incaricata a procedere coi lavori, pari a 96 mila euro, una ditta della Valvarrone, cifra che comprendeva anche la rimozione dei legni dall’alveo del fiume, tolti dopo due giorni dall’evento.
Come ha dimostrato il mese appena trascorso fenomeni simili a quello del 5 luglio si verificheranno sempre più spesso, pertanto lo sguardo è rivolto già ai prossimi interventi, alcuni già in corso d’opera.
“I lavori che stiamo realizzando adesso prevedono la cementazione con dei nastri del greto del fiume, un tratto di circa 200 metri all’altezza del ponte della ferrovia – spiega Cassinelli -. Con quest’opera la velocità dell’acqua viene accelerata, fluisce in fretta e si accumula meno materiale, limitando l’alto rischio d’esondazione in quel punto. Ormai il 70% dei lavori è fatto, manca poco ma come già accennavo prima con determinate condizioni meteo non è facile intervenire perché bisogna operare nell’alveo e aspettare che l’acqua si abbassi. Settimana scorsa sono state fatte alcune prove sulla parte già conclusa rispetto alla velocità di scorrimento dell’acqua e il direttore dei lavori si è mostrato contento. Il livello si abbassava, quindi significa che l’opera funziona”.
Terminato questo appalto, saranno pronte anche le paratie mobili: “Serviranno qualora siano presenti quantità d’acqua tali per cui se c’è rischio esondazione si possono installare nel punto più critico”, dichiara il sindaco. E ancora a monte dell’abitato, tra Dervio e Vestreno, una grande briglia che creerà una mini diga in grado di laminare le piene: “Il vantaggio del torrente Varrone è che le sue piene sono repentine ma passano velocemente – illustra il primo cittadino -. Significa che se si riesce a guadagnare tempo, l’esondazione può essere evitata. A questo serve la laminazione, un po’ come faceva la diga di Pagnona, ora deposito di ghiaia. Sarebbe importante ripristinarla per governare le piene, ma fino al 2029 è sotto il controllo di Enel. Concluso il contratto l’operatore avrebbe l’obbligo di svuotarla, ma anche liberarla di tutto il materiale non sarà semplice: tantissimi camion dovrebbero passare dalla Valsassina, con ripercussioni sulla viabilità”.
Sulla diga di Pagnona c’è ancora tempo per riflettere, ma già aver tolto buona parte della preoccupazione agli abitanti della sua città con gli attuali interventi rappresenta una soddisfazione per il sindaco Cassinelli: “Girando per strada, in prossimità dei cantieri in corso, i lavori sono accolti con gioia, soprattutto da parte di chi nel 2019 si è visto la propria abitazione danneggiata. E anche tra la notte di martedì 4 e mercoledì 5 luglio hanno visto che non è successo nulla”. Forse il momento di dormire sonni tranquilli e scacciare le nubi della paura per i derviesi è finalmente giunto.
Dervio. Fiume Varrone, circa 3 milioni per ‘cambiarne il corso’