Casatenovo: 102 anni per Giovanna Ghedini. A lei il gargliardetto del Comune

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Ieri, domenica, la festa nella casa di riposo Monzini

Giovanna Ghedini, originaria di Milano, si era trasferita a Casatenovo nel 1968 insieme al marito

 

CASATENOVO – “È stato un onore per me portare gli auguri di compleanno domenica pomeriggio presso la RSA Monzini a Giovanna Ghedini, che ha raggiunto la soglia dei 102 anni e rappresenta un pezzo importante della nostra storia”. A parlare è la vice sindaca Marta Comi, dopo aver incontrato ieri pomeriggio l’ultracentenaria casatese, ospitate nella residenza socioassistenziale della città
Nata a Milano nel 1922, città dove ha vissuto fino al 1968 quando si è trasferita a
Casatenovo con il marito, entrambi impiegati nell’azienda Menga editore, la cartotecnica che aveva sede in località Campofiorenzo, dove oggi sorge la Pupa,  Giovanna Ghedini è una delle poche donne che ancora possono raccontare lucidamente la storica data del 2 giugno del 1946 quando, dopo aver visto e vissuto la guerra, con altre 13 milioni di donne ha potutoscegliere, esercitando per la prima volta il diritto di voto, attivo e passivo.

Il 2 giugno del 1946 in un seggio elettorale a Milano, Giovanna Ghedini ha partecipato alla scelta tra Repubblica e Monarchia, e ha scelto quali uomini e quali donne dovessero rappresentarla nell’Assemblea Costituente.

Guardando lei ho visto la storia di un intero Paese racchiusa in una persona, una persona che la rappresenta perché l’ha vissuta e l’ha costruita nella quotidianità attraverso il suo lavoro, fondamento costituzionale della nostra Repubblica- ha spiegato la vice sindaca Marta Comi -. A lei ho voluto consegnare un gagliardetto del nostro Comune, in segno di riconoscimento per il suo contributo allo sviluppo di Casatenovo e per ringraziarla per aver partecipato al voto in una data che segna l’inizio di una storia nuova, l’inizio della Repubblica Italiana, e l’inizio di una conquista di parità e di libertà per le quali servono ancora oggi impegno e volontà”.

Non solo. “Voglio anche ringraziare e rendere merito agli educatori e agli operatori della RSA per l’attenzione, il rispetto e la cura che si percepisce nel loro operato, e per la gratitudine e la serenità che riescono a trasmettere alle donne e agli uomini ospiti della struttura, che nella propria vita hanno seminato quanto oggi noi raccogliamo”.