La lettera sta circolando in ospedale ed è indirizzata ai vertici di Asst e Ats oltre che a quelli della Regione
Nel documento viene denunciata una serie di criticità dell’ospedale di Merate, chiedendo di attivarsi per un rilancio del presidio
MERATE – Una lettera al presidente della Regione Attilio Fontana, all’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, al direttore generale di Ats Brianza Silvano Casazza e al direttore generale di Asst Lecco Paolo Favini, oltre che a tutti i sindaci del territorio afferente all’ospedale di Merate a cui si chiede di “riappropriarsi di quel ruolo istituzionale che gli compete per tornare ad essere attori protagonisti della sanità locale e non semplici spettatori”.
E’ quanto hanno inviato i lavoratori dell’Asst Lecco in servizio all’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, esprimendo “dubbi e timori” circa il futuro del presidio di via Cerri. “Sono ormai molti anni che, nonostante le scarse e deboli rassicurazioni delle diverse dirigenze che si sono susseguite alla guida di Asst Lecco, assistiamo ad un lento e inesorabile indebolimento della nostra struttura ospedaliera – si legge nel documento – . Assistiamo infatti a chiusure (chirurgia pediatrica), spostamenti di servizi da Merate a Lecco (Farmacia, Medicina Trasfusionale, Anatomia Patologica, Microbiologia, Allergologia), riduzioni di attività di reparti e servizi (attività amministrative, emodinamica, elettrofisiologia, attività operatoria, auto medica)”.
Non solo. Nella lettera si denuncia che “gli spostamenti di personale sono quasi sempre unidirezionali da Merate a Lecco per sopperire alle carenze di organico, le assegnazione dei ruoli dirigenziali praticamente “riservate” a dipendenti in servizio presso l’Ospedale di Lecco che poco conoscono e poco sono interessati al presidio meratese. Nella speranza che i lavori di riqualificazione del Pronto Soccorso possano finalmente partire, dobbiamo però constatare che, lo stesso, continua ad avere le gravi carenze di personale ( soprattutto medico) che limitano una pronta risposta ai bisogni dell’utenza, di un servizio di fondamentale per il territorio e biglietto da visita dell’ospedale”.
Da qui la richiesta, rivolta alla direzione Asst Lecco, di operare per una migliore collaborazione tra i due presidi “a partire dal riconoscimento della pari dignità, dello sviluppo e valorizzazione sia delle strutture che dei professionisti per ritornare ad erogare servizi di eccellenza come quelle che hanno caratterizzato la storia del San Leopoldo Mandic”.
I dipendenti lamentano “una continua diminuzione del personale dovuta sia ad un aumento delle dimissioni per pensionamenti non sostituiti, sia a una crescente “fuga” di professionisti verso altre strutture (pubbliche e private). Tali carenze non sono mai rimpiazzate sufficientemente con nuove assunzioni e ciò determina una diminuzione della capacità di risposta, qualitativa e quantitativa, al bisogno di salute del territorio.
Aggiungiamo ancora la continua tendenza alla privatizzazione di reparti (ortopedia di Lecco) e servizi in toto o in parte (cucina e mensa, pulizie, centrale termica, servizi di manutenzione, portineria , personale interinale ecc.), queste scelte aziendali determinano oltre a un aumento di costi anche calo di qualità dei servizi”.
Per i firmatari della lettera, già sottoscritta da diversi dipendenti, l’emergenza Covid ha evidenziato le criticità, “evidenziando in maniera importante e palese le carenze e la reale attenzione verso il nostro ospedale con una grande confusione organizzativa, la chiusura o riduzione (provvisoria?) di reparti e servizi e ulteriore perdita di personale”.
La missiva si chiude con la richiesta di “impegni chiari e precisi su quale sarà il futuro della sanità pubblica del territorio e il ruolo dell’ospedale di Merate”, chiedendo quali sono le azioni che si intende promuovere per farlo tornare un luogo di riferimento e attrattivo, come in passato, per utenza e lavoratori, puntando sulla qualità, variabilità e quantità delle prestazioni offerte e qualità dell’ambiente lavorativo.