La disanima, tra luci e ombre, della situazione all’interno dell’ospedale di Merate da parte del dg
Marco Trivelli
A preoccupare è la carenza di personale, soprattutto infermieri, radiologi e urgentisti
MERATE – Un ospedale vivo, in cui si registra una certa vivacità interna, pur dovendo fare i conti con una situazione del personale che, riflettendo dati regionali e nazionali, sconta un deficit soprattutto nel settore degli infermieri e dei radiologi. E’ un ritratto di luci e di ombre quello restituito martedì durante il Consiglio comunale dal direttore generale di Asst Lecco Marco Trivelli invitato dal sindaco Mattia Salvioni ad aggiornare l’assise sullo stato di salute del Mandic, un presidio ospedaliero che sembra riflettere e vedere amplicate, vuoi per dimensioni o per collocazione geografiche, le difficoltà registrate dalla sanità pubblica negli ultimi anni.
“Registriamo grandi soddisfazione e anche delle preoccupazioni” ha esordito il Dg nel lungo discorso, durato circa un’oretta, interrotto solo dagli interventi di chiarimento dei consiglieri di minoranza. “Quella che viviamo non è una situazione di stabilità: da quando sono arrivato io abbiamo superato alcuni fattori di crisi ma ne abbiamo incontrati di nuovi. Ci sono anche elementi di soddisfazione, su tutti una certa vivacità interna”.
In più occasioni, il numero uno di Asst Lecco ha sottolineato di non essere pienamente soddisfatto del bilancio di questi primi mesi di mandato sul territorio lecchese, ammettendo che si sarebbe aspettato di più sul fronte dell’attività ambulatoriale e dell’operatività delle sale operatorie.
La carenza di personale
Criticità che, è il caso ad esempio anche della carenza di personale, Merate condivide però con l’intera galassia della sanità pubblica. “In dodici mesi abbiamo perso 15 infermieri. Abbiamo bandito un concorso, il sesto in venti mesi, che vede iscritte 65 persone. Di queste, stando alla media riscontrata finora, solo la metà aderiranno realmente”. La coperta appare, su questo fronte, davvero troppo corta perché il personale infermieristico serve ed è richiesto anche per le case di comunità su cui pende la data del 31 marzo 2026 come termine ultimo per la verifica dei requisiti legati al bando Pnrr.
Il Pronto Soccorso
Un problema, quello della forza lavoro, che si registra anche nella Radiologia e all’Inrca, legandosi strettamente alla possibilità di far funzionare a pieno il Pronto Soccorso, in difficoltà a garantire la turnazione di medici e infermieri stante l’impossibilità, prevista a livello nazionale e ulteriormente ristretta a livello regionale, di attingere a cooperative. Trivelli ha però difeso con forza la necessità dell’apertura del Pronto Soccorso del Mandic sia per una questione geografica sia perché dietro il reparto di emergenza urgenza esiste un opspedale vero, con una cardiologia, neurologia, ortopedia, chirurgia, rianimazione operative e una pneumologia esterna in grande difficoltà ma attiva. “Questo fa si che andare al Ps a Merate sia nel 97% dei casi possibile, ovvero in grado di trovare una risposta vera completa al bisogno”.

Il dg ha poi annunciato l’intenzione di promuovere una ristrutturazione per renderlo più funzionale, scelta che ha aperto la possibilità di arruolare temporaneamente personale esterno. “L’idea è quella di creare un’area di osservazione breve, dove il paziente può stare dalle 12 alle 36 ore per accertamenti, stabilizzazione, prime terapie finalizzate alla dimissione”. Due le sezioni previste, una geriatrica destinata ai pazienti più fragili e soggetti a un disorientamento e l’altra per pazienti elettivi dell’osservazione breve, quelli che devono fare terapia della stabilizzazione o rimanere in osservazione.
Anche qui verrà promosso a breve un concorso per puntare a una sempre maggiore internalizzazione.
L’Inrca
Grandi problemi di personale infermieristico sono registrati anche all’Inrca, che conta ora 11 posti letto a fronte dei 22 originari con una perdita che ha colpito soprattutto il fronte della subintensiva con un meno 6 posti. Anche in questo caso, è in via di espletamento una gara per reclutare personale e tornare entro fine anno ai 22 posti previsti. Da sostituire anche il primario dopo la partenza di Daniele Colombo, andato in pensione alcune settimane fa.
Quanto all’internalizzazione, di cui si parla da tempo, è una prospettiva che Trivelli non ha escluso, premettendo due grandi difficoltà: “La prima che anche noi abbiamo un problema infermieristico e la seconda che le competenze che il personale medico dell’Inrca ha sono competenze qualificate non facilmente replicabili, sicuramente non nell’immediato. Stiamo parlando di pazienti e di competenze e non di acquisire un ramo d’azienda”.
Case di comunità
Trivelli ha anche aggiornato sulla casa e sull’ospedale di comunità in via di realizzazione vicino all’ospedale di Merate nell’ex padiglione Fossati, sottolineando come il cronoprogramma sia finora rispettato. Anche qui, la grande sfida sarà riempire la struttura, rendendola operativa.
I consiglieri delle minoranze

Il minuzioso intervento di Trivelli ha colto il plauso dei consiglieri anche di minoranza. Alfredo Casaletto (Prospettive per Merate) ha sottolineato con positività la presenza in ospedale di Trivelli.
“Mi pare di capire che le criticità che riguardano non solo ospedale Merate ma l’intero sistema regionale siano due: la carenza di personale sanitario e un po’ l’appetibilità degli ospedali. Credo che, in questo senso, la strada da provare a percorrere sia quella della specializzazione”.
Gli ha fatto il capogruppo di Noi Merate Dario Perego, medico di base in pensiero da qualche anno: “Prendiamo favorevolmente atto del clima diverso che si respira in ospedale negli ultimi due anni rispetto al periodo precedente e questo chiaramente grazie anche al lavoro e all’impegno della nuova direzione”. Una considerazione a cui ha fatto seguito la richiesta di indicazioni più precise sulla psichiatria, sulla neuropsichiatria infantile e sulle liste di attesa.
Anche il capogruppo di Prospettive per Merate Massimo Panzeri si è accodato alle attestazioni di stima per Trivelli: “Ha il grande merito di aver risollevato il morale che non era dei migliori, del personale” ha esordito, esprimendo l’auspicio che il dg possa non solo chiudere l’attuale mandato ma anche essere riconfermato per altri tre anni alla guida di Asst Lecco. L’ex sindaco ha poi chiesto ragguagli sui dati delle sale operatorie. “Mi risulta che in estate ci siano stati dei segnali critici. Quello che mi permetto di suggerire è di mantenere il motore a pieno regime per mantenere i medici che altrimenti potrebbero essere tentati dal richiamo di altre sirene”.
Domande a cui Trivelli non si è sottratto, partendo dalla presenza in prima linea come direttore generale. “Per me un dovere essere qua: il martedì sono a Merate, il mercoledì a Lecco e il resto della settimana è flessibile in base alle esigenze”.
Le sale operatorie
Sul fronte delle sale operatorie ha riconosciuto le fatiche riscontrate, sempre a cause della carenza di infermieri. “Dopo essere cresciuti l’anno scorso e i primi sei mesi di quest’anno sulle sedute operatorie siamo ora in forte calo perché si sono dimessi alcuni strumentisti molto importanti. Un problema che intendo affrontare parlando direttamente con il personale per capire come possiamo fare meglio quello che facciamo ordinariamente. E’ importante concepire che possiamo cambiare non solo perché cresciamo come numero, ma perché cambiamo il modo di lavorare”.
Sulle sale operatorie la situazione attuale vede operative solo due sale per gli interventi elettivi con l’urgenza sempre garantita. “Vorrei che da subito ci fossero almeno due sale in più alla settimana perché sia chirurgia che ortopedia stanno crescendo. E’ in aumento anche l’attività oncologica: la nuova gestione endoscopia sta permettendo di canalizzare più pazienti oncologici a Merate”.
Tra le eccellenze anche la cardiologia, centro di riferimento per le malattie del pericardio con l’equipe meratese chiamata a contribuire per le linee guida europee delle malattie di questo tipo.
Quanto alla specializzazione, Trivelli ha condiviso la necessità di percorrere questa strada (già avviata in alcuni settori con alcuni servizi specifici com il progetto Dama, le cure palliative pediatriche solo per citarne alcuni) ricordando però l’urgenza di mantenere una visione ad ampio raggio per intercettare le richieste del Pronto Soccorso, per sua natura non specialistico, garantendo i livelli basilari di tante specialità. “Bisogna avere persone culturalmente pronte, disposte a dire di fare il proprio mestiere, ovvero curare, senza fare una cosa eccezionale e senza fare esclusivamente lo specialista”.
L’attività ambulatoriale
Il dg non ha nascosto neppure i lati dolenti, come quelli legati all’attività ambulatoriale: “Ci eravamo proposti il 4% in più come obiettivo aziendale di ambulatoriale ma in questo momento non riusciamo. Uno dei motivi è connesso al nuovo contratto del personale che vede una nuova conciliazione dei tempi vita – lavoro per cui anche a fronte dell’innesto di 55 medici in più rispetto all’anno scorso le ore lavorate quest’anno sono -9% rispetto anno scorso. Una riduzione che non togli alle guardie, né ai reparti e neppure ai turni di rianimazione, ma agli ambulatori”.
La flessione a Merate si è tradotta in prestazioni passate da 46mila a 38mila con una diminuzione maggiore in radiologia.
“Non sono pienamente soddisfatto, anche del mio lavoro, ma sono contento che il clima sia diverso. E vi ringrazio non solo per l’aascolto, ma anche per la buona disposizione nei confronti del personale: l’ospedale è molto più tranquillo se capisce che internamente c’è tifo e non accanimento”.
Parole a cui si è accodato il sindaco Mattia Salvioni per ringraziare il direttore generale per l’immagine completa fornita sull’ospedale di Merate e gli obiettivi strategici prefissati.

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