A Barzio la prima festa di Sant’Uberto per celebrare il mondo venatorio

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Appuntamento sabato alle 17.30 nella chiesa si  Sant’Alessandro

La prima celebrazione del culto di Sant’Uberto nel lecchese con associazione Caccia Pesca Ambiente di Lecco, con il Comprensorio Alpino di Caccia delle Prealpi Lecchesi e il Gruppo Cinofilo

BARZIO – Sarà il paese valsassinese di Brazio a ospitare la prima celebrazione sul territorio lecchese del culto di Sant’Uberto, patrono dei cacciatori. Fautori dell’iniziativa l’Associazione C.P.A. Caccia Pesca Ambiente di Lecco, con la collaborazione del Comprensorio Alpino di Caccia e delle Prealpi lecchesi e il Gruppo Cinofilo lecchese. Una iniziativa voluta per celebrare l’arte venatoria, una disciplina spesso discussa.

“Per mancanza di una reale conoscenza dell’etica venatoria e delle regole che la disciplinano, a causa di comportamenti illeciti da parte di spregevoli individui che con i loro atti di bracconaggio infangano l’immagine e la reputazione di ogni Cacciatore –  spiega il Presidente C.P.A. Andrea Beri – Il cacciatore un tempo era una figura rispettata in qualità di protettore e fonte di cibo dei villaggi, oggi viene screditato e attaccato dalla lobby animalista per l’errata visione che negli anni si è volutamente costruita. Tutto ciò senza voler osservare il profondo rispetto che lo stesso cacciatore prova verso gli animali e il loro habitat”.

“Il cacciatore da anni svolge importanti azioni, come i ripristini ambientali, le giornate ecologiche, i censimenti e il monitoraggio sanitario costante delle specie. Azioni che si incrociano con altrettante ‘epiche gesta’ come la benedizione dei cacciatori a inizio stagione, il “bruch” (segno di rispetto verso l’animale abbattuto), piuttosto che la suonata dei corni da caccia a fine giornata per rendere i dovuti ‘onori alla foresta’. Queste tradizioni oggi sono ancora legate alla cultura alpina e mitteleuropea di alcune regioni e rendono grande il mondo venatorio e si ricollegano, sino a unirsi, con la cultura musicale dell’arte dei suonatori di corno, oggi riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco”.

Obiettivo della manifestazione è quello di rievocare antiche tradizioni che legano la storia dell’arte venatoria, la religione, la cinofilia e la musica con lo scopo di diffondere i valori che la contraddistinguono. Le celebrazioni prendono il via sabato alle 17.30 con la presentazione musicale dell’Accademia Sant’Uberto sul sagrato della chiesa, alle 18 si terrà la funzione religiosa accompagnata dai corni da caccia e dall’organo e al termine la benedizione dei cani dei conduttori seguita da fanfare.