ODOLO – Sono undici gli alfieri del Bike Team Mandello di scena sui sentieri Bresciani in quel di Odolo, “La Ricca” (dal germanico Audo, ricchezza, proprietà), località nel cuore della Val Sabbia (BS) sulle rive del fiume Vrenda, per la 15ma edizione della Conca d’Oro Bike. A sorpresa, visto l’instabilità di questo periodo, il meteo è ottimale, addirittura un filo caldo, ed il percorso risulterà in condizioni perfette.
Alle 10, solita tradizionale partenza col brivido: sono infatti circa 800 i biker che si “buttano giù” per i primi due km di discesa su asfalto ad oltre 50 km/h tutti insieme, “vicini vicini” come bravi fratelli, concentrati oltre che sulla strada anche a guardarsi dagli immancabili fratellastri, che ben 42,5 Km prima dell’arrivo, sui 43 totali della corsa (45 secondo molti bike computer), spengono il cervello e tentano chissà quale “colpo gobbo” fiondandosi allegramente in “slalom” tra i colleghi ; e qui par già par di udire puntuale il motto muliebre “Ma dai? Non mi dirai che gli altri invece ce l’hanno acceso il cervello, vero?”. Ahimè si sa che, in questi casi più che mai, il “ciclista consorte” viene suo malgrado calato a forza nella parte dello “sciagurato Egidio” cui a suo tempo “la sventurata rispose”; prendendoci poi effettivamente gusto, a rispondere!
Percorsa la strada che passa a fianco dell’osteria “Ca’ di Odol”, chissà mai se proprio quell’osteria in cui la tradizione vuole abbia pernottato nel 1796 Napoleone Bonaparte di passaggio nella località della Conca d’Oro, accompagnato dalla sua “sobria” scorta di circa 400 Dragoni, si giunge alla rotonda che segna la fine della discesa su asfalto e, dopo aver scavallato la frazione di Sottocastello, si comincia il bel percorso fuori strada, dapprima percorrendo un veloce tratto sterrato in discesa, alquanto infingardo, per poi attaccare la prima ascesa nel bosco verso la località Chiese, in cui si manifesta chiaramente al biker la caratteristica delle salite che incontrerà in questa gara: un susseguirsi abbastanza regolare di “strappi”, solitamente attorno al 15%, non lunghi, ma che rendono, almeno all’amatore medio, più difficile il “salire di passo” e cui seguono discese, che con il fondo sufficientemente compatto di ieri, sono risultate veramente godibili e divertenti.
Discese che invitano a “lasciare andare” la bike ma che proprio perciò, obbligano ad una costante ed aumentata capacità di “lettura in anticipo” del tracciato; brecciolino, ghiaia, radici, buche, sassi, fango, pozzanghere, rotaie obbligate, variazioni di compattezza del fondo sono sempre in agguato e possono sorprendere il biker quando meno se lo aspetta; ed anche questa volta, fortunatamente non da parte dei mandellesi, qualche escursione fuori traccia con conseguenti ammaccature si è vista lungo il percorso.
Al termine della fatica Acquati, Crippa, D’Angelo, Dessì, Faggi, Fulconis, Gusmeroli, Kossler, Manzotti, Rampa e, ultimo della lista ma come al solito primo in pista, Salice (49esimo assoluto), giungono al traguardo con generale soddisfazione, ognuno portando con sé il suo personale resoconto di giornata solitamente condiviso nel dopocorsa in occasione del tradizionale pasta party che segue il lavaggio della Bike; e naturalmente il lavaggio del Biker che anche questa volta finisce per godersi le solite docce “diversamente calde”.
Fatto, quest’ultimo, che magari nell’immaginario di qualche entusiasta farà anche molto “Iron Man”, ma che viceversa la maggioranza interpreta in modo molto meno epico; peraltro non mancando mai per l’occasione la usuale allegra e un filo carognesca goliardia da caserma secondo la quale, a fronte della invariabile incauta richiesta dell’ultimo arrivato negli spogliatoi “Ehi ragazzi, come sono le docce oggi?” si risponde di sottecchi e con rassicurante noncuranza, “Uh, caldissime! Vai tranquillo!”.