PREMANA – WWF, Legambiente , Comitato “Salviamo i nostri torrenti” e Associazione Alpe Rasga unite a difesa del torrente Fraina e nel chiedere alla Provincia di dichiarare decaduta la concessione per derivarne acque al fine della produzione di energia idroelettrica.
Sul bacino di questo torrente, ricordano gli ambientalisti, gravano già 23 derivazioni, “di cui 3 (oltre alla presente) a cascata, tutte assentite senza valutazione cumulativa dell’impatto ambientale”.
Nel maggio scorso, l’allora commissario straordinario del Comune, Marcella Nicoletti, dirigente della Prefettura, aveva ‘bocciato’ la richiesta di Energia e Futuro di realizzare la nuova centrale elettrica lungo il torrente. Era stata proprio questa vicenda a provocare le dimissioni in coro dei consiglieri comunali e di conseguenza la caduta dell’ex sindaco Nicola Fazzini.
Le associazioni ambientaliste chiedono di mettere la parola fine alla vicenda, a fronte dell’ormai scaduta concessione: “L’art. 26 del d.lgs. 152/2006 dispone che i progetti sottoposti alla fase di valutazione devono essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione del provvedimento di Valutazione dell’Impatto Ambientale – ricordano gli ambientalisti – l’avvio della procedura risale al 2009, e il provvedimento di esclusione da VIA è stato rilasciato il 27 gennaio 2011. In assenza di alcuna proroga (e nella sua impossibilità), è dunque evidente ne consegue che la copertura ambientale dell’istanza è venuta definitivamente meno, con la necessità di riavvio della procedura di verifica di VIA”.
Scaduta, la valutazione di impatto ambientale “non più in grado di dare alcuna copertura di legittimità ambientale all’intervento”, inoltre per le associazioni “è stata condotta sulla base di uno studio preliminare carente, risalente a molti anni prima (addirittura fondato su dati del 2003!), che ha operato un’analisi molto sommaria della situazione idrologica del bacino sotteso, che non tiene conto degli effetti cumulativi delle altre ben 23 derivazioni presenti, ma che soprattutto aveva ad oggetto un progetto diverso da quello odierno”.
“A tale problematica, punto trascurabile, si assomma quella relativa alla collocazione dell’edificio centrale dell’impianto, che in data 5/5/2017 il Comune di Premana ha escluso fosse compatibile sotto il profilo geologico con la pianificazione vigente – proseguono gli ambientalisti – A fronte di questa forte censura la società risulta, da un accesso agli atti, aver proposto una soluzione alternativa per la collocazione dell’edificio centrale”.
Nuove soluzioni progettuali che però, ricordano le associazioni, sono “nuove e mai valutate, sia quanto al tracciato della condotta forzata che alla collocazione dell’edificio centrale” e necessiterebbero di “una nuova verifica di VIA e soprattutto l’avvio di una variante con pubblicazioni di rito e partecipazione pubblica”,
L’appello alla Provincia è quello di “pronunciare la decadenza della concessione e dar luogo al rituale procedimento di variante, previa attivazione del procedimento di verifica di valutazione ambientale , con pubblicazioni sul BURL e apertura alla partecipazione del pubblico”.
Le Associazioni fanno sapere che procederanno a segnalare il caso alla Commissione UE, “quale ulteriore oggetto di infrazione delle direttive V.I.A. ed acque, nell’ambito delle procedure di infrazione già aperte”, e si riservano ogni azione legale, “nel caso in cui non si assista a una netta e doverosa azione pubblica a difesa dei beni ambientali a rischio”.