Per la prima volta un’intera tradizione culinaria nazionale ottiene il prestigioso riconoscimento
Le candidature pervenute da 56 paesi, il dossier italiano è risultato il più convincente
ROMA – La cucina italiana è entrata ufficialmente nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità della Unesco. Proclamata oggi a New Delhi, in India, l’iscrizione “in toto”, per la prima volta nella storia un’intera tradizione culinaria nazionale ottiene questo prestigioso riconoscimento.
La “cucina italiana” è stata descritta come una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie. Un modo di prendersi cura di sé e degli altri, di esprimere affetto, di riscoprire le proprie radici. È inoltre un veicolo di memoria collettiva e identità, un luogo in cui le comunità condividono la loro storia e interpretano il mondo che le circonda”. L’Unesco ha inoltre voluto sottolineare “come l’atto del cucinare all’italiana promuova inclusione sociale, benessere, scambio intergenerazionale”.
Il dossier che ha portato al riconoscimento è frutto di decenni di lavoro da parte di comunità, associazioni e istituzioni. Tra i soggetti che hanno contribuito al progetto: la rivista La Cucina Italiana, l’Accademia Italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi, realtà impegnate da anni nella tutela, promozione e diffusione delle tradizioni gastronomiche nazionali.
Il riconoscimento arriva dopo una selezione internazionale molto competitiva: tra le candidature presentate da 56 Paesi, sono 60 i dossier valutati, e quello italiano è risultato tra i più convincenti.
Il riconoscimento dell’Unesco conferma che la cucina italiana rappresenta una vera e propria cultura, fatta di saperi, pratiche sociali, convivialità, memoria familiare e territoriale. È un patrimonio da preservare e tramandare, in un momento storico in cui le abitudini alimentari cambiano rapidamente.
Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana
“Una bella notizia che ci riempie d’orgoglio, soprattutto perché arriva a poche settimane dalle Olimpiadi di Milano Cortina 2026 e certamente saprà entusiasmare chi verrà da noi in Lombardia, ma anche in Veneto e in Trentino per assistere ai giochi invernali. Oltre alle bellezze dei nostri paesaggi, la buona cucina italiana, da sempre conosciuta nel mondo per la sua varietà e la straordinaria capacità di soddisfare i palati più raffinati, sarà un ulteriore elemento di attrattività”. Così il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana commenta l’iscrizione della cucina italiana tra i beni non tangibili patrimonio dell’umanità.
“La Lombardia – aggiungono il presidente Fontana e l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste, Alessandro Beduschi – con il suo esteso patrimonio agroalimentare accoglie con particolare soddisfazione questa decisione importante e storica. È un risultato che parla anche della nostra regione, delle sue filiere d’eccellenza e del lavoro quotidiano di migliaia di produttori”.
“Il nostro ringraziamento -proseguono Fontana e Beduschi – va agli operatori, alle associazioni e al Governo che hanno creduto in questa candidatura fino a portarla al successo. Ora abbiamo una responsabilità: trasformare questo riconoscimento in crescita, turismo, nuove opportunità per le filiere agricole e per la ristorazione, e in un rinnovato orgoglio nazionale. La Lombardia è da oggi è ancora più stimolata a far conoscere al mondo le sue eccellenze: dai formaggi DOP ai grandi risi, dai salumi ai vini, abbracciando tutta la filiera agroalimentare che rappresenta un pilastro dell’economia italiana”.
Vincenzo Di Bella presidente Associazione Cuochi Lecco e Provincia
“La cucina italiana merita pienamente questo riconoscimento. Occorrerebbe però maggiore serietà da parte degli operatori del settore, a partire dai cuochi, che dovrebbero ogni tanto guardare indietro, riscoprire i vecchi ricettari e proporre ai clienti i piatti della tradizione, magari in una versione leggermente alleggerita, così da renderli più adatti alle esigenze di oggi.”

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