In “lutto” artigiani e commercianti: “Stiamo morendo”

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LECCO – Stanchi, delusi, adirati: “Scendiamo il piazza!” è il grido che artigiani e commercianti hanno lanciato da un Palazzo Falck vestito a lutto per denunciare alla città che i giochi sono finiti e che l’orizzonte, per le imprese lecchesi, è funesto.

“Qui si sta morendo davvero – ha spiegato il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa – Non è più il tempo di sconti, se il prossimo governo non metterà al primo posto il lavoro e le imprese, si andrà a fondo del tutto”.

E i dati parlano chiaro: secondo un elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato su dati Movimprese- Infocamere, nel 2012 in provincia di Lecco sono cessate 571 imprese comportando un saldo negativo a fine anno di -118; ancor peggio se allarghiamo al periodo 2007-2012 che si è chiuso con 175 imprese in meno.

Una mano agli imprenditori non arriva certo dai consumi, lo scorso anno il calo del -4,3% nel lecchese, secondo le stime del Ufficio Studi Confcommercio su base Istat; un vero crollo se pensiamo che la variazione media nel periodo 2008-2011 si era attestata a -0,6%. Lo stesso vale per il PIL, in caduta libera con una variazione annua del -2,2% nel 2012 (-1,5% periodo 2008-2011). La pressione fiscale effettiva, secondo quanto denunciato dalle associazioni, nel 2013 sarà pari al 53,9%, superando di 8,5 punti quella apparente (45,4%).

Per questo anche Confcommercio e Confartigianato Lecco hanno deciso di aderire alla giornata nazionale di mobilitazione di Rete Imprese Italia, indetta lunedì mattina, per lanciare un messaggio forte e chiaro: “La politica non metta in liquidazione le imprese”.

“La situazione è gravissima – ha denunciato il presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva – con 10 mila imprese e 20 mila addetti solo nel lecchese, rappresentiamo la spina dorsale dell’economia e non sarebbe possibile immaginare il nostro Paese senza le piccole imprese. Allora, mi chiedo come sia possibile essere tra le potenze industriali più importanti al mondo ed avere un mercato interno completamente fermo. Si è perso troppo tempo, ci sono cose che sarebbero facilmente affrontabili e non capisco perché, finora, non siano state affrontate”.