Acqua Pubblica, il Comitato: “Subito una nuova legge”

Tempo di lettura: 5 minuti

LECCO – Si è svolto giovedì sera il confronto promosso dal Comitato per l’Acqua Pubblica con alcuni dei prossimi candidati lecchesi alle elezioni regionali e nazionali. Chiara la richiesta del Comitato lecchese rivolto ai candidati: impegnarsi nei primi cento giorni di governo a formulare una legge specifica sul governo e la gestione delle risorse idriche integrate.

“Vorremmo che la prossima legislatura, sui temi dell’acqua e dei beni comuni, passasse alla storia – ha affermato Roberto Fumagalli, rappresentante del Forum Regionale Acqua Pubblica e Bene Comune – ma serve una totale inversione di tendenza sulla gestione dei beni pubblici, che da 25 anni sono diventati preda di un crescente valore finanziario”. Secondo Fumagalli, “gli unici freno alla Legge Galli del ‘94 – che attualmente è ancora la legge guida che regola la gestione dell’acqua – sono stati la legge di iniziativa popolare del 2007, che però giace ancora ferma in parlamento, e il referendum del 2011, i cui risultati plebiscitari sono stati ignorati prima dal governo Berlusconi e poi da Monti”.

“Alla vigilia delle elezioni – ha proseguito Fumagalli – ci troviamo nel marasma più totale: i futuri parlamentari dovranno quindi impegnarsi per formulare al più presto una nuova legge che abbia, a livello nazionale, le sue linee guida nei principi espressi dal referendum, mentre a livello regionale il legislatore potrà servirsi dell’appello che abbiamo proposto ai 5 candidati al Pirellone: in particolare – ha precisato ancora il responsabile del Forum Regionale – la nuova normativa dovrà garantire una quantità minima di acqua per tutti i cittadini, vietare una gestione privata delle risorse idriche a favore di un ente totalmente pubblico, permettere la partecipazione popolare in materia e avere delle tariffe che non puntino a coprire tutti i costi di gestione”.

A partire da queste richieste, sono intervenuti i diversi candidati presenti in sala, ciascuno con le proprie proposte e considerazioni. Il primo a prendere la parola è stato l’attuale sindaco di Mandello e candidato per SEL alla Camera, Riccardo Mariani: “Su scala nazionale non vedrei male l’istituzione, in un prossimo governo di centrosinistra, di un ministero dell’acqua, mentre il primo provvedimento parlamentare dovrà essere quello di rendere l’acqua priva di una rilevanza economica, così da evitarne la mercificazione e la privatizzazione”. “SEL – ha continuato Mariani – è favorevole a una quantità minima di acqua garantita per tutti, perché è un bene pubblico, ma dobbiamo anche batterci contro il patto di stabilità in favore di politiche di investimento pubblico sui beni primari”.

Per Antonio Anzivino, candidato regionale per il Movimento 5 Stelle, “Nei primi cento giorni di governo nazionale e regionale si può realizzare una norma che preveda una base minima di acqua accessibile a tutti e poi pensare a uno scaglionamento progressivo sulla base dei consumi, così da tutelare anche la risorsa idrica. Infine – ha spiegato – è necessaria una ridefinizione dei bacini ottimali su base idrografica e non più provinciale, mentre a livello regionale serve un rifacimento totale delle legge 26/2003 e di tutte le modifiche successive: lo scopo è quello di dare piena attuazione al volere referendario, arrivando a una gestione totalmente pubblica delle risorse idriche”.

D’accordo sulla ridefinizione dei bacini ottimali anche Sandro Magni, candidato regionale per Etico, per il quale “la Regione deve anche scegliere delle forme di affidamento pubbliche per la gestione delle risorse idriche, non solo in house, che sono una forma ibrida tra privato e pubblico”.

A proposito di gestori delle risorse idriche, è intervenuto anche Alfredo Casaletto, consigliere di Idrolario: “Il dato imprescindibile è la volontà popolare, così come un altro punto essenziale è che l’acqua non è un bene commercializzabile e aperto al mercato. Bisogna pertanto individuare altre risorse, come la Cassa deposito e prestiti, che permettano di fare investimenti mirati al servizio idrico integrato”. Che l’acqua sia un bene pubblico e strategico è convinto anche Simone Radice, candidato alla Camera per Rivoluzione Civile: “è un bene essenziale per la vita, quindi non va mercificata e nemmeno sprecata”. Secondo Marco Molgora, ex assessore provinciale e candidato in Regione con SEL, “il problema dell’acqua in Lombardia è garantirne l’utilizzo a tutti i cittadini. Le linee guida per una futura legge sono quelle indicate con il referendum, quindi è necessaria una modalità pubblica nella gestione delle risorse, con un controllo diretto degli enti locali a cui si affianca una società che si occupa solo ed esclusivamente del servizio idrico integrato”.

Unica voce un po’ fuori dal coro è stata quella di Giulio De Capitani, già consigliere regionale della Lega Nord: “Una volta c’era una gestione più corretta dell’acqua, anche perché forse c’era un maggior rispetto nel valore e nell’uso della risorsa idrica. Tuttavia – ha proseguito De Capitani – è sempre difficile tradurre i concetti teorici di un referendum in una legge concreta: pertanto invito il Comitato, se non l’avesse già fatto, a scrivere direttamente il testo e le modifiche da apportare a livello regionale e nazionale. Non sono d’accordo, invece, sul fatto che la Lombardia debba interloquire con la Cassa di depositi e prestiti, quando basterebbe tenerci qui le risorse che abbiamo e che sono consistenti”.

“In ogni caso – ha concluso Roberto Fumagalli – riguardo alla futura e auspicata legge nazionale e regionale sulla gestione delle risorse idriche è necessaria da parte di tutti i contendenti politici una netta presa di campo: come ha fatto notare Germano Bosisio, membro del Comitato, la legge del 2007 è già sufficientemente dettagliata e affronta la questione in modo organico. Ora si tratta solo di scegliere e schierarsi apertamente, anche da parte dei dirigenti del Pd, grandi assenti all’incontro e colpevoli di aver eliminato a priori l’ipotesi di una Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico: l’acqua, e in generale la gestione delle risorse idriche integrate, è un argomento che merita e necessita di una netta presa di campo”.