Dopo le pesantissime bordate ricevute recentemente dal parlamentino lecchese del Pdl, l’assessore a Villa Locatelli (e consigliere in Comune a Lecco) martedì sera è sceso nella fossa dei leoni, affrontando di petto i colleghi di partito che lo attendevano per la riunione del gruppo provinciale – ovvero consiglieri e amministratori della Provincia oltre al presidente dello stesso ente, Daniele Nava.
Dopo una riflessione durata una quindicina di giorni, Dadati ha deciso di prendere in contropiede tutti, e nell’incontro che avrebbe potuto far registrare – stavolta de visu – nuovi attacchi personali e politici sembra abbia spiazzato i presenti, ammettendo che “E’ vero, avete ragione ho troppe cariche” aggiungendo, come un fulmine a ciel sereno: “per questo ho deciso di dimettermi“.
Se confermata (come pare da varie fonti) la mossa d’anticipo sarebbe stata tempistica e a suo modo machiavellica. Chi si attendeva il “grosso” passo indietro è rimasto deluso – senza poter alzare troppo la voce, però: dimissioni sì, ma non quelle pesanti (dalla poltrona di assessore provinciale) bensì dal ruolo, importante ma in quel caso in minoranza, di consigliere comunale.
La cosa omunque non è andata giù tanto facilmente, almeno a una parte dei presenti. Tra i più inviperiti, a vario titolo, personaggi di spessore. Sandro Cariboni ad esempio sembra non abbia risparmiato nuove critiche verso l’ambizioso collega di partito. Ma poi ha dichiarato anche che si tratta di “acqua passata che non macina più”.
Che succede, alla fin fine, nel Pdl locale? Chi ha voluto come dire “depotenziare” Dadati, ha ottenuto il suo risultato. L’uomo ha avuto lo “shampoo” che diversi esponenti lecchesi dell’area berlusconiana auspicavano; l’immagine vincente e quasi magica del rampante assessore esce in ogni caso appannata – ma le sue deleghe per ora gli restano. Se è vero come qualcuno sussurra nei corridoi della Provincia – e non solo – che questa situazione non dispiaccia poi troppo a Daniele Nava, altri invece rimangono con un palmo di naso: i tanti che volevano morto (politicamente) lo scoppiettante Dadati oggi non possono dire che non sia successo nulla – in fondo le dimissioni da Palazzo Bovara sono pur sempre un passo indietro. Ma lui, il Fabio nazionale, spazzati via un po’ di cocci e recuperato l’equilibrio dopo i ganci e i colpi diretti in pieno volto dei giorni scorsi, è ancora l’assessore che era.
E’ la politica lecchese, bellezza: tutti perdenti ma anche tutti contenti (o quasi).