LECCO – Per affrontare la stagione invernale, molte città mettono a disposizione rifugi per i senzatetto, la maggior parte dei quali, però, non accettano ospiti “a quattro zampe”. Così, non tutti i vagabondi sono disposti a lasciare il proprio “compagni” di vita che non di rado affiancano un clochard nel suo pellegrinare per le città, condividendo tutte le difficoltà della vita di strada e i morsi dell’inverno. finiscono per trovare alloggi di fortuna all’aperto.
Un caso analogo è successo anche a Lecco, al dormitorio gestito dalla Caritas Ambrosiana; a segnalarlo con una lettera inviata in Comune è stata l’associazione Freccia45 che ha contestato duramente ente diocesano.
I fatti risalgono alla sera dello scorso 19 gennaio, quando alla struttura messa a disposizione dalla parrocchia di S. Nicolò, si sono presentati due senzatetto in compagnia di una cagnolina; da quanto emerso, una volontaria impegnata nella struttura avrebbe accolto vagabondi e cane, contravvenendo al regolamento interno che vieta di accettare animali.
La volontaria, dopo aver accertato che il cane stesse bene, fosse pulito e vaccinato, lo avrebbe fatto accomodare sul pianerottolo esterno al rifugio, convincendo il padrone a lasciarlo alle sue cure e sistemando quest’ultimo in dormitorio; un’eccezione che Freccia45 vorrebbe diventasse la regola, chiedendo ai soggetti coinvolti di intervenire.
Nel frattempo l’associazione non ha risparmiato le critiche definendosi “attonita nell’apprendere che tale Don Dubini, Responsabile Caritas della zona, non sia d’accordo nell’ammettere animali e preferisce abbandonare i senzatetto alle loro sorti pur di non far attendere il cane nel pianerottolo. Un comportamento di egoismo che non dovrebbe caratterizzare la fede cristiana”.
Secca la replica di don Dubini: “In tutti i rifugi Caritas il regolamento prevede che l’accoglienza si fa alle persone e non agli animali. Ho il dovere di tutelare gli altri ospiti del rifugio e chi si vuole occupare degli animali attiverà sue iniziative. In ogni caso non abbiamo mai mandato via nessuno ed anche quel senza tetto è stato da noi quella sera e poi non si è più visto”.
La pensa allo stesso modo l’assessore comunale Ivano Donato: “Un animale ha il diritto ad una buona qualità di vita così come l’essere umano, ma inserirlo all’interno di uno spazio dove più persone passano la notte vuole dire mettere a rischio la salute e la convivenza tra gli ospiti del rifugio. Non è possibile metterli sullo stesso piano in una situazione di coabitazione così estrema”.