Il titolo originale di questo romanzo è To Kill a Mockingbird (Uccidere un usignolo).
Ebbe un così immediato successo che nello stesso anno di uscita, il 1960, all’autrice fu assegnato il premio Pulitzer.
Il titolo in lingua italiana è una metafora ripresa da uno dei passi raccontati dalla protagonista Scout in prima persona: il “buio oltre la siepe” è ciò che è sconosciuto pur essendo vicino. Nel romanzo viene rappresentato da Boo Radley, il vicino di casa dei Finch, che Jem e Scout non hanno mai visto e che temono solo perché non conoscono.
Ma nel testo ci sono anche alcuni riferimenti al titolo originale: uccidere un usignolo (un uccello innocuo che non si ciba di granaglie, bensì di insetti, vermi e larve, ed emette un canto delizioso) viene considerato un grave peccato, paragonato alla morte di Tom Robinson, giudicata altrettanto inutile e ingiusta, o all’invadere la vita innocente e schiva di Boo Radley, anche facendone un eroe per aver salvato i due ragazzi.
Tante sono le tematiche affrontate ne Il buio oltre la siepe. Prima tra tutte il razzismo negli Stati Uniti negli anni trenta.In questi anni, infatti, molto forti erano i sentimenti di odio nei confronti dei neri, specialmente negli stati del sud, e all’epoca della pubblicazione del libro era ancora in vigore la segregazione razziale.
Il libro, quindi, mette in evidenza i diversi comportamenti dei vari personaggi riguardo all’integrazione delle comunità: alcuni sostengono la segregazione (come Bob Ewell), altri vogliono superarla (è il caso di Atticus Finch), altri ancora presentano atteggiamenti contraddittori (si pensi alla signorina Gates e alla maestra di Scout). Anche i giurati, che non riconoscono l’evidente innocenza di Tom Robinson in una visione distorta della realtà, si dimostrano vittime del pregiudizio razziale.
Vi è anche il tema della paura del “diverso”, rappresentato dalla figura di Boo Radley, temuto solo perché solitario e schivo. Gli avvenimenti porteranno i piccoli protagonisti a superare questa paura , originata unicamente dal pregiudizio.
Infine viene affrontato il tema della tolleranza, che dovrebbe spingere a guardare le cose anche dalla prospettiva dell’altro.
Curiosità. Nel 1962 fu tratto dal romanzo l’omonimo film diretto da Robert Mulligan, vincitore di ben tre premi Oscar, in cui l’avvocato Atticus Finch è interpretato da Gregory Peck.
Trama. In un cittadina del profondo sud degli stati Uniti, l’onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un nero accusato di violenza carnale. Riuscirà a dimostrarne l’innocenza, ma il nero sarà ugualmente condannato a morte.
La vicenda è raccontata dalla piccolo Scout, la figlia di Atticus, una bambina che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell’infanzia che è un po’ di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte.
Francesca Numerati