Espulsi 5 stranieri. Questura: “Massimo impegno ma lavoro non semplice”

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LECCO – Settimana di grande lavoro per gli agenti dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecco, che negli ultimi giorni hanno provveduto all’espulsione di 5 malviventi stranieri, giudicati come soggetti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Nello specifico si tratta di un cittadino di origine bosniaca, uno di origine moldava, di un marocchino e di due cittadini albanesi. Usciti dal carcere di Pescarenico tra il 14 e il 16 maggio, tre sono stati accompagnati alla frontiera scortati dai poliziotti lecchesi, altri due invece sono stati trasferiti ai Centri di Identificazione ed Espulsione di Milano e Gorizia.

“Il nostro sforzo è quello di non rimettere questi soggetti sul territorio ma di allontanarli – ha spiegato la responsabile dell’Ufficio Immigrazione, Fiorella Antonilli, che ha sottolineando la complessità burocratica per mettere in atto l’intervento – al momento della scarcerazione segue un’attività propedeutica all’acquisizione del documento lascia passare dal consolato dello Stato di appartenenza dello straniero, per poi ottenere il nullaosta dalla compagnia area all’imbarco e procedere alla convalida del decreto del Prefetto da parte del Giudice di pace. Un’attività concentrata in due giorni e che ci ha visto compiere uno sforzo importante, se pensiamo che i soggetti sono stati anche accompagnati fisicamente ai centri di espulsione”.

La difficoltà più sentita dalle autorità è però nel recupero del documento d’identificazione, opera che avviene anche cercando riscontri tra le diverse identità dichiarate dallo straniero, per poter ottenere le necessarie autorizzazioni dallo Stato estero e dalla compagnia aerea.

Un lavoro non semplice e lo stesso vale per le verifiche alle posizioni di soggiorno dei cittadini stranieri titolari di permesso, poiché ufficialmente impiegati come domestici, ma trovati in strada a vendere abusivamente:

Dall’inizio dell’anno abbiamo avviato 25 procedimenti di revoca del permesso di soggiorno e siamo ora in attesa della documentazione che dovranno consegnare gli interessati e che verificheremo – ha spiegato la dott.sa Antonilli – ma non è semplice dimostrare che si tratti di un impiego fittizio e spesso occorre pedinare questi soggetti per constatare di persona la reale occupazione. Senza poi contare che il contenzioso nutrito che l’ufficio si trova ad affrontare, perché nessun straniero accetta supinamente la revoca del permesso. Le difficoltà sono diverse, ma il nostro impegno è massimo”.