Ragni verso
il Pakistan: obiettivo
la Torre di Uli Biaho

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LECCO – Nuova spedizione all’orizzonte per il Gruppo dei Ragni della Grignetta: lunedì 17 giugno partiranno alla volta del Pakistan sei giovani alpinisti con l’intento di aprire una nuova via sulla parete sud-est della Torre di Uli Biaho, una big wall di 6109 metri con una parete che si sviluppa per oltre 1000 metri di dislivello.

La conferenza stampa di presentazione della spedizione si è svolta presso la sede di Acel Service, tra i main sponsor dell’iniziativa, alla presenza del presidente di Acel Service Angelo Fortunati, del presidente dei Ragni Fabio Palma e di due degli alpinisti diretti in Pakistan, Matteo Della Bordella e Luca Schiera.

“Con questa spedizione – ha spiegato Fabio Palma – appoggiamo Matteo, Luca e altri quattro alpinisti polivalenti, ma soprattutto dei bravi ragazzi. Si tratta di una spedizione dall’età media molto bassa, sulla falsa riga di quelle organizzate dagli sloveni e in linea con gli standard del top dell’alpinismo mondiale”. “La nostra spedizione costa relativamente poco – ha poi precisato il presidente dei Ragni – specialmente se paragonate a quelle degli Ottomila: preferiamo spendere meno ma impegnarci comunque su progetti molto seri e per questo siamo grati a tutti i nostri sponsor”. Tra questi naturalmente figura Acel Servic: “siamo felici di accogliere questa conferenza per la nuova avventura dei Ragni – ha affermato il presidente di Acel Service Angelo Fortunati – in montagna si va a piccoli passi e in questi anni anche Acel ne ha fatti e continuerà a farne nei prossimi anni, perché il rilancio dell’immagine della nostra città oltre confine passa per forza di cose dal lago e dalla montagna”.

Poi la palla è passata a Matteo Della Bordella, mente organizzativa e capo spedizione in Pakistan, che ha illustrato le caratteristiche della salita all’Uli Biaho e il team che lo accompagnerà in questa nuova avventura. “La nostra idea – ha detto l’alpinista di Varese – è quella di aprire una via nuova su questa parete di 1200 metri di roccia, un’idea nata dalla voglia di scalare su una big wall in un luogo come il Pakistan, dove conta anche il fattore della quota”. “Dopo l’esperienza della Torre Egger – ha continuato Della Bordella – volevo un team di più persone, perché con un gruppo affiatato si può fare meglio, ci sono più energie e maggiori possibilità di riuscita”.

Così, insieme a Matteo Della Bordella, faranno parte della spedizione pakistana anche il giovane Luca Schiera, 22enne di Erba, laureando in tecniche ortopediche e fresca new entry dei Ragni, David Bacci, 27enne di Varese e specialista dell’arrampicata in fessura, Saro Costa, 23enne di Milano tra i più promettenti alpinisti italiani, Silvan Schupbach, 30enne svizzero con grande esperienza nelle spedizioni internazionali e Arianna Colliard, che non salirà in parete con il resto del team, ma si occuperà di raccogliere tutto il materiale fotografico e video durante il trekking d’avvicinamento. “Nessuno di noi è mai stato in Pakistan – ha spiegato Matteo Della Bordella – ma ci siamo informati, anche se poi il vero banco di prova per studiare meglio la linea di salita e capire dove installare il campo base sarà sul posto”.

“Per quanto riguarda la tattica da usare in parete – ha continuato Della Bordella – puntiamo a dividerci in due cordate che si alterneranno al comando, con due alpinisti ad aprire e tre a recuperare il materiale necessario; non useremo quindi corde fisse e tenteremo di partire puntando subito alla cima”. “Abbiamo a disposizione 53 giorni di spedizione, di cui almeno tre settimane piene per tentare la salita; partiremo il 17 giugno e poi, ultimate le pratiche a Islamabad, serviranno una settimana per l’avvicinamento al campo base e un altro paio per l’acclimatamento e lo studio della parete”. “Sull’Uli Biaho ci sono attualmente tre vie, quella degli americani aperta nel ’79, quella di Maurizio Giordani sullo spigolo sud-est e una terza via aperta dagli sloveni nel 2006 ma sul versante opposto al nostro. Comunque – ha affermato il Ragno – una linea logica di salita esiste ed è già stata avvistata da altre cordate, specialmente da un team americano che abbiamo scoperto avere le nostre stesse intenzioni… speriamo che partano davvero a fine luglio!”.

“Per la salita contiamo di stare in parete dai 5 ai 10 giorni – ha spiegato Della Bordella – ma molto dipenderà dalle condizioni climatiche che troveremo: in Pakistan il tempo è meno brutto che in Patagonia, è più simile alle Alpi, con un’alternanza netta tra bello e brutto”. “In ogni caso – hanno confidato Della Bordella e Schiera – tenendo conto dei tempi di marcia e di acclimatamento, contiamo di attaccare la parete non prima del 10 luglio”. “E’ un progetto a cui tengo molto – ha concluso Matteo Della Bordella – anche perché da un annetto ho fatto una scelta di vita in favore dell’alpinismo, mollando il lavoro per potermi concentrare meglio sulle spedizioni al di fuori delle Alpi, dove mi sono già tolto parecchie soddisfazioni. Ho avuto la fortuna di poter viaggiare e vedere nuove pareti e non voglio sprecare questa occasione”.